Affitti arretrati alle case Aler, esplode la rabbia: "Ci spremono come limoni"

Tanti gli anziani delle case popolari di via De Pretis, anche in gravi difficoltà economiche, raggiunti dalla lettera del Comune di Marianna Vazzana

Le case popolari di via De Pretis (Newpress)

Le case popolari di via De Pretis (Newpress)

Milano, 20 luglio 2014 - "La lettera dell’Aler? Una cosa folle. Dovrei pagare oltre 5mila euro e già faccio fatica con l’affitto. Non ho tutti quei soldi". Maria Martinello, 62enne, vive in un caseggiato del Comune in via De Pretis, alla periferia sud-ovest della città, insieme al marito invalido. Sventola il foglio ricevuto via posta una decina di giorni fa: il "debito maturato" dalla signora è uno dei tanti. Una goccia nell’oceano tra le migliaia di comunicazioni spedite a tappeto agli inquilini degli alloggi di proprietà del Comune. Ci sono due tipi di lettere, inviate da Aler in quanto gestore: quelle di messa in mora per presunti debiti maturati fino al 2007, quando gli stabili del Comune erano amministrati da privati (oltre 20mila missive) e poi quelle per interrompere i termini di prescrizione delle somme arretrate relative ad affitti e a conguagli di servizi dell’anno 2009 (circa altrettante lettere). Per gli inquilini il concetto non cambia: "Vogliono spremerci come limoni, senza andare a colpire chi sul serio vive a spese della collettività", il ritornello che ieri echeggiava da uno stabile all’altro. E cova la rivolta. L’ammontare degli affitti arretrati è di circa 51 milioni. "Il problema – hanno spiegato i sindacati Sunia, Sicet, Uniat, Unione Inquilini e Conia in un comunicato congiunto – è che questa operazione è stata fatta senza alcuna dimostrazione contabile da parte del Comune che attesti l’effettiva esigibilità degli importi e proprio mentre era in corso una trattativa sindacale". 

Quanto alla messa in mora, un passo in avanti c’è stato: i termini per il pagamento sono slittati di 60 giorni. I sindacati inquilini, comunque, hanno invitato gli abitanti a non versare le somme richieste e a chiedere dimostrazione che gli arretrati presunti siano effettivamente dovuti (così anche per i conguagli 2009). Il Comune, dal canto suo, oltre ad avere prorogato di 2 mesi la scadenza dei pagamenti per le morosità pregresse, ha previsto piani di rateizzazione che terranno conto della posizione economica delle famiglie e delle loro necessità. In via De Pretis, la gente resta inviperita: "Io ho 71 anni – racconta Anna Gianattasio – e vivo sola. Ho ricevuto due lettere, sommando tutto dovrei pagare circa 11mila euro e percepisco una pensione di 500 euro al mese. Aiuto anche mio figlio, che ha 2 bambini ed è in cassa integrazione. Ho sempre pagato l’affitto, non capisco come mai mi chiedano una cifra così elevata". Anche Margherita Costanzo, 85enne, è preoccupata: "Ho già tanti pensieri, cammino solo con l’aiuto del bastone, ho sempre pagato tutto. Non mi spiego questo conguaglio di 1.531 euro, vorrei che mi giustificassero questa cifra". Gli sfoghi sono tantissimi. "Sono matti. Io dovrei versare 3.500 euro. Già faccio fatica ad arrivare a fine mese, c’è mia figlia che mi aiuta a pagare le bollette", conclude Gianni Bertucci, 79enne.

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