Corvetto, occupano alloggio popolare con 50 galline: sgomberate due famiglie

Volatili stipati in bagno. Gli abusivi si sono giustificati: "Sono per uso personale". Ma sembra che l'intenzione fosse qeulal di rivenderli di Nicola Palma

Galline (foto di repertorio)

Galline (foto di repertorio)

Milano, 26 marzo 2015 - Una scoperta davvero insolita. Una cinquantina di galline stipate in condizioni igieniche a dir poco precarie nel bagno di un alloggio popolare. Le hanno scovate martedì mattina gli agenti di polizia locale arrivati in uno stabile in zona Corvetto per sgomberare quell’appartamento occupato illegalmente da due famiglie di peruviani.

In casa, i ghisa hanno trovato cinque dei sei inquilini abusivi (mancava solo il papà di uno dei due nuclei) e li hanno invitati ad abbandonare i locali. Poi, forse insospettiti dai rumori, i vigili hanno ispezionato il bagno: dentro ci hanno trovato le galline, costrette a stare una sopra l’altra in pochissimi metri quadrati. «Sono per uso personale – si sarebbe giustificato uno degli occupanti –. Le avremmo gradualmente uccise, congelate e poi mangiate...». Beh, una bella scorta, anche se pare che l’intenzione fosse quella di rivendere i volatili acquistati qualche tempo fa da un agricoltore. A quel punto, gli uomini della municipale hanno allertato gli esperti della Protezione animali affinché si prendessero cura delle galline: in attesa di capire che fine faranno, sono state riportate nell’aia di chi le aveva piazzate ai peruviani.

Una storia che fa sorridere, certo. Ma che racconta pure, osserva il delegato del Csa Orfeo Mastantuono, «le incognite legate a operazioni delicate come gli sgomberi». Come dire: l’altro giorno sono capitate le galline, il 14 marzo invece «alcuni colleghi furono letteralmente sequestrati in casa dagli occupanti in largo Gelsomini». La preoccupazione tra i vigili c’è eccome: «Abbiamo chiesto più volte – ricorda Mastantuono – di dispensarci da questo genere di compiti che non rientra proprio nelle nostre funzioni: nessuno ci ha dato ascolto».

di Nicola Palma

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