{{IMG_SX}}Milano, 26 gennaio 2008 - Il sostituto procuratore di Ascoli Piceno Adriano Crincoli ha confermato che ci sono già i primi indagati nell'inchiesta aperta dalla procura della città marchigiana dopo l'esposto presentato da un uomo di Centobuchi di Monteprandone (Ascoli Piceno), Luigino Ciabattoni (nella foto), che ha subito l'asportazione parziale di un polmone per una diagnosi sbagliata.

 

Il malato, che ha raccontato la sua storia in una lettera ai giornali locali, si era sottoposto ad una Tac al torace presso l'ospedale 'Mazzoni' di Ascoli Piceno. Dall'esame istologico era emersa la presenza di cellule maligne, così il paziente decise di sottoporsi a un intervento a Milano, all'Istituto oncologico europeo. Ciabattoni, dopo l'operazione, venne dimesso. Solo successivamente gli venne comunicato l'errore diagnostico.

 

Ma Lorenzo Spaggiari, a capo della Divisione di chirurgia toracica dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, difende la posizione dell'Irccs diretto da Umberto Veronesi: "Le accuse contro il nostro istituto sono senza alcun fondamento. Rifaremmo tutto come abbiamo fatto", perchè tumore o non tumore, "secondo le linee guida internazionali quel paziente andava operato in ogni caso".


"Ho ricevuto il signor Ciabattoni personalmente, e ho esaminato io stesso la documentazione clinica prodotta dai colleghi di Ascoli - spiega Spaggiari -. Si trattava di un paziente ad alto rischio, sessantenne, forte fumatore e sintomatico, sul quale l'ospedale ascolano aveva eseguito tutti gli esami del caso: Tac, valutazione funzionale, broncoscopia e prelievo istologico". Non solo. "Il paziente era stato anche sottoposto a terapia antibiotica, senza nessun miglioramento".


I referti analizzati descrivevano "una lesione superiore al lobo polmonare sinistro", precisa lo specialista. In presenza di prelievo istologico positivo (diagnosi di cancro), "abbiamo sottoposto il paziente all'asportazione del lobo lesionato (lobectomia)", eliminandogli quindi una parte di polmone pari "alla metà" del volume polmonare totale, sottolinea Spaggiari.


"Al paziente abbiamo proposto un intervento mini-invasivo tramite chirurgo robot - dice l'esperto - che poi non è stato possibile eseguire per problemi tecnici" legati alle caratteristiche del malato. L'operazione "è andata bene e non è affatto durata 7 ore com'è stato detto", aggiunge Spaggiari. Successivamente, "non dopo un anno come si è affermato, bensì il quinto giorno dopo l'intervento - continua il chirurgo - incontrando il paziente in corsia gli ho comunicato io stesso la notizia. Una buona notizia: non si trattava di cancro".


Tuttavia, per Spaggiari questo elemento "non avrebbe cambiato affatto la necessità di operare. Le linee guida internazionali in questo sono chiarissime: in casi come quello del signor Ciabattoni, anche con un prelievo istologico negativo l'intervento andava eseguito comunque". Certo, ammette lo specialista, "sarebbe cambiato il consenso informato, perchè non si sarebbe parlato di tumore, ma di un altro genere di lesione".


Insomma, il medico non ha dubbi: "Da Ascoli tentano di coinvolgere l'Ieo in quello che è stato un loro errore. La diagnosi istologica si è rivelata sbagliata, ma su che base noi avremmo dovuto dubitare dell'operato dei colleghi? Sono medici di un ospedale del Ssn, hanno una professionalità che va rispettata. Io capisco il paziente - conclude Spaggiari - ma da parte nostra qui all'Ieo siamo tranquilli. A difenderci ci sono le linee guida", ribadisce.