Io, ragazzo della Zanzara

Avevamo sedici, diciassette anni e ci piaceva molto, ogni mese, preparare quelle trentadue pagine del nostro giornale, “la Zanzara”, che, stampate senza un errore, con foto, didascalie e titoli venivano vendute a tutti i 900 studenti del ginnasio-liceo Giuseppe Parini

Milano, 12 febbraio 2016 - Avevamo sedici, diciassette anni e ci piaceva molto, ogni mese, preparare quelle trentadue pagine del nostro giornale, “la Zanzara”, che, stampate senza un errore, con foto, didascalie e titoli venivano vendute a tutti i 900 studenti del ginnasio-liceo Giuseppe Parini. Il Parini era, allora, uno strano istituto: un incredibile miscuglio di ragazze e ragazzi dell’alta borghesia milanese, di figli di operai e di artigiani che abitavano nella vicina area di corso Garibaldi e di giovani che avevano alle spalle famiglie di professionisti di via Moscova e di piazza Lega Lombarda.

Un insieme vivo, dinamico che, con la vicinanza di insegnanti illuminati, rendeva il ginnasio-liceo un luogo di magico fascino al cui avvicinamento eravamo stati preparati dai tre anni di scuole medie che occupavano l’ala sinistra del grigio, austero palazzo. Ogni due anni, man mano che si avvicinavano alla maturità, i redattori più anziani cooptavano gli studenti destinati a sostituirli nella redazione del giornale. Noi fummo scelti da Stefano Magistretti, figlio del grande architetto, e da Walter Tobagi, figlio di operaio che sarà poi assassinato da una demente banda “rossa” di rampolli di noti giornalisti. La nostra scelta fu quella di proseguire nelle inchieste che Tobagi e Magistretti per primi avevano impostato. Gli argomenti? Il mito del denaro, la religione.

Fu proprio quest’ultima, scritta da Walter, cattolico e socialista, a far andare fuori dai gangheri don Giussani che gestiva la “destra” integralista dei giovani liceali coalizzata in “Gioventù studentesca”, l’antesignana di Comunione e liberazione. E fu ancora don Giussani a reagire, ottusamente, l’anno successivo quando noi pubblicammo l’inchiesta sulla condizione femminile. Fecero scandalo domande e risposte. Una in particolare: le nostre coetanee avrebbero voluto poter fare all’amore prima del matrimonio. I “genitori cattolici” ci denunciarono per stampa pornografica e si andò a processo. Il Giorno, con Guido Nozzoli e Pier Maria Paoletti, si schierò subito al nostro fianco. Il processo, guidato dal presidente del Tribunale di Milano, Luigi Bianchi d’Espinosa, fu clamoroso e finì con l’assoluzione. A Parigi Le Monde titolò in prima pagina: “Da oggi cambia la morale in Italia". 

di MARCO SASSANO