Picchia la moglie davanti ai due figli: lei scappa dai vicini e lo fa arrestare

Incubo domestico a Trezzano Rosa: pizzaiolo romeno in manette di Barbara Calderola

TENSIONE Prima di immobilizzarlo, i carabinieri hanno dovuto lottare  con il 25enne che ha mandato all’ospedale uno dei militari

TENSIONE Prima di immobilizzarlo, i carabinieri hanno dovuto lottare con il 25enne che ha mandato all’ospedale uno dei militari

Trezzano Rosa (Milano), 26 marzo 2015 - Un incubo di violenza in famiglia, l’ennesimo, cui i carabinieri hanno messo fine. Stavolta, il protagonista è un pizzaiolo romeno di 25 anni. Completamente ubriaco, ha picchiato come faceva spesso la moglie di 29 anni davanti ai figlioletti di 4 e 2 anni. Bicchieri e bottiglie spezzate, urla, botte e la fuga della donna dai vicini, salvata dalle divise, che a fatica hanno bloccato il marito aguzzino, rimasto ferito insieme a un militare. Tutto avviene in un appartamento di Trezzano Rosa, nella nottata di martedì. Rincasato dal lavoro, l’uomo ha già alzato il gomito. Appena entrato, comincia a inveire e minacciare la donna, che, terrorizzata, stringe a sé il bimbo più piccolo, di soli 2 anni, e il più grande, di 4. L’uomo è una furia, spacca tutto, rovescia i mobili e brandisce una bottiglia rotta contro la consorte, che non riesce a farlo ragionare. Non riesce a fare altro che uscire sul pianerottolo, col bimbo più piccolo in braccio, e attaccarsi disperata al campanello dei dirimpettai. La porta si apre, lei si infila in casa e, immediatamente, parte una telefonata al 112.

Dalle caserme della Martesana le pattuglie si muovono subito. A Trezzano arrivano, una dietro l’altra, le «gazzelle» del radiomobile, della stazione cittadina e del vicino presidio di Trezzo sull’Adda. Un robusto spiegamento di forze, necessario per risolvere una situazione esplosiva. Appena i carabinieri salgono le scale, trovano la donna smarrita e sotto choc, insieme al bimbo piccolo. L’altro, purtroppo, è ancora chiuso in casa insieme al padre, ubriaco e in preda al delirio. Non c’è tempo da perdere: l’irruzione dentro l’appartamento scatta subito. Ma le speranze di riuscire a fare ragionare il violento con le parole svaniscono rapidamente. Appena vede le divise, il pizzaiolo si getta contro di loro. Una furia, non vuole sentire ragioni. Mena calci e pugni, la bottiglia rotta ancora in mano, per chiarire che non ha intenzione di mollare. Ne nasce una concitata lotta, nella quale finiscono in pezzi stoviglie e bicchieri. Un carabiniere rimane ferito e viene portato al pronto soccorso di Vaprio d’Adda per le medicazioni, ma la peggio tocca all’aggressore. Un profondo taglio alla mano gli costa 28 giorni di prognosi. Ma non ne impedisce l’arresto per maltrattamenti in famiglia, resistenza e lesioni. La moglie, in caserma, apre il libro del terrore. Racconta di botte e soprusi continui, senza perché. Mai denunciati prima, per paura. Due lunghi anni di orrori. Ora del suo «amore» si occuperà il giudice della direttissima.

barbara.calderola@ilgiorno.net