Vaprio, sevizie alla casa di riposo: l'aguzzina resta dentro

Il Riesame respinge la richiesta di scarcerazione per una delle operatrici della residenza per anziani Villa Clara di Mario Consani

Villa Clara a Vaprio d'Adda (Canali)

Villa Clara a Vaprio d'Adda (Canali)

Vaprio d'Adda, 31 luglio 2014 - «Un'indole particolarmente spregiudicata, violenta e persino malvagia, che evidenzia una pericolosità sociale accentuata». Ecco perché deve rimanere agli arresti domiciliari Rosa Murgo, 67 anni, una delle due operatrici della residenza per anziani Villa Clara di Vaprio d’Adda, dove secondo l’accusa da almeno un anno e mezzo si consumavano maltrattamenti di ogni tipo: schiaffi, ingiurie, somministrazione di farmaci scaduti, pazienti lasciati urlare per ore o chiusi nei bagni per consumare la colazione.

Ora è anche il tribunale del riesame, che nel respingere la richiesta di revoca degli arresti, usa queste parole durissime nei confronti dell’infermiera. «Le parziali ammissioni rese, giustificate da improponibili motivi di stress lavorativo, appaiono necessitate - aggiungono i giudici - dalla contestazione degli elementi di prova, quali le videoriprese delle condotte (...) piuttosto che da moti di acquisizione di una consapevolezza che dovrebbe comportare ben altri gesti di natura positiva».  Per il tribunale del riesame (presidente Fabio Roia, a latere Mauro Gallina e Valeria Conforti) non sono nemmeno in discussione i gravi indizi di colpevolezza circa le accuse di maltrattamenti e abbandono di incapace che il pm Luca Gaglio ha contestato a Murgo e all’altra operatrice agli arresti, Lilla Guyda, 57enne ucraina di Trezzo sull’Adda. Agli ospiti, secondo le imputazioni, la coppia di assistenti riservava un trattamento inumano con anziane abbandonate tutto il giorno nella sala comune o nelle rispettive stanze, altre lasciate a letto «senza farle alzare neppure per lavarle o medicarle», costringendo tutti «a vivere in ambienti sporchi», senza cambiare le lenzuola dei letti, lasciandoli «chiusi in bagno per ore» o invece «facendoli attendere per ore per accompagnarli in bagno». 

Nell’ambito dell’inchiesta sono indagate a piede libero anche Clara Patti, 57enne, amministratrice della Essegi Service Srl che gestiva la casa di cura, e la figlia Giorgia Barbera, 27enne. Per entrambe è stata disposta dal gip Luigi Gargiulo l’interdizione dalla professione. Gli uomini della Guardia di finanza sono riusciti a scoprire gli orrori grazie a una segnalazione cui hanno dato seguito approfittando dei lavori di manutenzione nella struttura, fingendosi operai e piazzando così telecamere e microfoni.