Mercoledì 24 Aprile 2024

Sgomberati due campi nomadi a Trezzo

Doppio blitz, in via Don Minzoni e in via Di Vittorio. Continua il pugno duro del Comune contro gli abusivi di Barbara Calderola

Ai vigili non è stata opposta resistenza Il Comune assicura che le  operazioni di sgombero proseguiranno (CdG)

Ai vigili non è stata opposta resistenza Il Comune assicura che le operazioni di sgombero proseguiranno (CdG)

Trezzo sull'Adda (Milano), 24 gennaio 2015 - Sgomberati a Trezzo altri due campi Rom abusivi. Doppio blitz, in via Don Minzoni e in via Di Vittorio, scendono così a sei le baraccopoli ai bordi della città. Le operazioni non hanno creato particolari problemi ai vigili in forze, ieri, nei due obiettivi scelti dall’amministrazione Villa. I Sinti, l’etnia di stanza sulle rive dell’Adda - nel 2008 le famiglie «trezzesi» rifiutarono case e inserimento garantiti da un finanziamento statale ad hoc di quasi mezzo milione, costringendo il Comune a restituire i soldi a Roma – conoscono ormai a memoria le intenzioni della giunta di centrodestra, decisa a smantellare «ogni area in cui regni l’irregolarità».

«La legge impedisce di rubare corrente elettrica, acqua, di abitare in terreni di altri senza permesso, di inquinare, di creare condizioni igieniche precarie che mettano a rischio chi ti sta vicino – dice il sindaco Danilo Villa -. Stiamo semplicemente lavorando nel rispetto delle norme per rendere Trezzo una città più sicura sotto ogni aspetto». Una determinazione che affonda le radici in uno studio della Commissione Tecnica di Piano, che nell’ormai lontano 2007 aveva fotografato la realtà cittadina da un duplice punto di vista: logistico e sanitario. Erano 9 allora i siti illegali, un centinaio i nomadi diventati stanziali, «senza servizi e con allacciamento abusivo alla rete elettrica e idrica».

Non solo. «L’integrazione era ed è assai difficile, anche se ci abbiamo provato in tutti i modi – ricorda il primo cittadino leghista che segue gli sgomberi personalmente -. Il problema nasce dal forte attaccamento di queste famiglie alla propria cultura, che, di fatto, gli impedisce di accettare i servizi che siamo andati via via offrendo: corsi di alfabetizzazione, licenza media, formazione professionale». Tutto per uomini.

Perché la condizione della donna è un ostacolo «quasi insormontabile», spiegano ancora a Palazzo. Anche la situazione dei ragazzi non è delle migliori. «Volevamo portare a scuola bambini e adolescenti, ma non ci siamo riusciti, anche a causa della distanza fra casa e istituti», ancora il primo cittadino. I campi abusivi sono in zone rurali di Trezzo, un fatto che aggrava ulteriormente le condizioni igieniche e sociali degli accampamenti. A sette anni dall’indagine la situazione è migliorata «grazie alla nostra determinazione», sottolinea il sindaco. In sei anni l’amministrazione ha portato a termine quattro sgomberi, i siti irregolari ora sono sei. E si andrà avanti. «Gli ultimi interventi sono la testimonianza che il nostro impegno nel risolvere situazioni di abusivismo e illegalità è sempre alto», chiude Silvana Centurelli, assessore alla Sicurezza.

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