Bussero, inseguito e freddato in strada. Preso il presunto omicida: è un agente di polizia locale

La vittima si chiamava Gianfranco Ambrosoni, 53 anni, litografo disoccupato. L'arrestato, Salvatore Empoli, era in servizio al Comando di Segrate

Agguato mortale a Bussero

Agguato mortale a Bussero

Bussero  (Milano), 31 ottobre 2015 – Alle otto di sera l’hanno visto a bere il caffè in un bar del centro. Alle dieci Gianfranco Ambrosoni, 53 anni, di Bussero, è stato ammazzato in mezzo alla strada principale del paese. Un agguato, un’esecuzione spietata. Gli hanno sparato sulla macchina, forse mentre saliva, o scendeva. Lui ha cercato di scappare, ha corso per un centinaio di metri verso la metropolitana ed è stato abbattuto con almeno quattro colpi, uno alla testa.

È successo in viale Europa, davanti ai giardinetti, tra le scuole e il cimitero. Nel centro di Bussero, un paese tranquillo, fino a ieri sera. Poche ore dopo l'agguato, i carabinieri di Cassano d'Adda hanno arrestato il presunto omicida: si tratta di un agente di polizia locale di 44 anni, in servizio a Segrate e residente a Bussero, Salvatore Empoli. 

L'arrestato, originario di Matera e possessore di 3 pistole regolarmente denunciate per uso privato, ha precedenti risalenti al 1995 in materia di stupefacenti e 2003 per guida in stato di ebbrezza. Nel corso delle indagini sono stati rinvenuti e sequestrati la presunta arma del delitto (una semiautomatica North american arms) e i sei bossoli esplosi, calibro 7,65. Al momento non sono ancora chiari i motivi all’origine del delitto.

"Sono sceso quando ho sentito gli spari", racconta quasi incredulo un signore. Lo stesso rumore ha tirato fuori di casa buona parte dell’isolato, a guardare, tra le spalle dei carabinieri della compagnia di Cassano d’Adda e di Monza che allontanavano la folla e bloccavano il traffico, una scena che sembrava strappata alla periferia violenta di una metropoli. La Golf scura parcheggiata a lato della strada, col muso verso il Municipio, il finestrino abbassato e la portiera aperta. Più avanti, cento-centocinquanta metri, il corpo coperto da un telo. E, prima, i soccorritori del 118, ambulanza e automedica, che per tre quarti d’ora hanno tentato di rianimare l'uomo, inutilmente. E, poi, gli uomini del Racis, la scientifica dei carabinieri, al lavoro sulla scena del crimine, mentre i loro colleghi ascoltavano i passanti. Un’indagine iniziata subito, nella notte, per quello che, sulle prime, sembra davvero un giallo. DSC_3876_WEB

Perché era conosciuto in paese come "una persona tranquilla" Gianfranco Ambrosoni, dice il sindaco di Bussero, Curzio Rusnati, anche lui corso sul luogo dell’agguato che ha sconvolto il paese. Viveva poco lontano da dov’è stato ammazzato Ambrosoni, con la madre, dopo la separazione dalla moglie. Qualche problema l’aveva avuto in passato, era stato a lungo disoccupato, ma ultimamente pare avesse trovato un lavoro. I compaesani, che da anni lo vedevano girare solo in bicicletta, da qualche tempo lo incontravano al volante della Golf. Niente che potesse destare più di un leggero stupore. E niente più di qualche infrazione al codice della strada è risultato, ai primi accertamenti, sui terminali dei carabinieri a carico di Gianfranco Ambrosoni. Che ieri sera, due ore prima di essere giustiziato, era al bar a bere un caffè.