Ex Sisas, approvata un'altra bonifica. Ora i tempi diventeranno più stretti

Accelerata dal Ministero per i siti di interesse nazionale. Sull'area ex Sisas si procede a una nuova bonifica di Luciana Grosso

Area ex Sisas (Newpress)

Area ex Sisas (Newpress)

Pioltello, 27 agosto 2014 - Una questione su scala nazionale, quella delle bonifiche, e dell’opera di rimessa a nuovo e restituzione a “prato verde” o agli usi che se ne decideranno delle aree contaminate lungo tutto lo stivale. Secondo i numeri diffusi nell’ultimo rapporto di Legambiente, in Italia ci sarebbero, a oggi, 100mila ettari di terreni inquinati. Un patrimonio negativo, suddiviso in 39 siti di interesse nazionale e 6mila aree di interesse regionale ancora in attesa di bonifica. Un elenco nel quale, nonostante una prima corposa bonifica sia stata completata, ricade anche l’area industriale di Pioltello-Rodano, il cui nome figura ancora nell’elenco di aree da bonificare stilato dal dicastero dell’Ambiente. Lo scorso 19 agosto, da Roma, sono arrivati i numeri complessivi delle operazioni di messa a nuovo di aree inquinate, compresa quella della Martesana. In base ai numeri diffusi dal ministero risulta che nei primi sette mesi dell’anno «sono stati predisposti 62 decreti per progetti di bonifica delle aree di interesse nazionale, ossia il doppio di quanto fatto nell’intero 2013, in cui i decreti erano stati 26». Tra le operazioni in programma, compare anche un nuovo intervento a Pioltello-Rodano. E questo nonostante l’imponente bonifica che, nel 2011, ha visto partire dal sito in provincia di Milano, 272.000 tonnellate di rifiuti, di cui 165.000 di nerofumo non pericoloso, 91.000 di rifiuti pericolosi e 16.000 di materiali inerti. Un’operazione di enormi dimensioni, condotta a tempo di record, e, oggi, purtroppo, al centro di un complesso caso giudiziario e di un vespaio di polemiche. Nella relazione del Ministro Gian Luca Galletti c’è anche un riferimento relativo alla fase ulteriore di bonifica dell’area Pioltello-Rodano, per la quale, si legge, «sono state completate le caratterizzazioni ed è stato approvato il 36% della bonifica».

Il che, al di là dei tecnicismi, significa, spiegano dal Ministero, che sono state concluse le indagini, i sondaggi, i piezometri, e le analisi chimiche necessaria a verificare la presenza o meno di contaminazione nei suoli e nelle acque (la cosiddetta fase di “caratterizzazione”) e che, da ora, si procede a un’ulteriore (e ci si augura conclusiva) fase di bonifica, il cui esito potrebbe essere, nel prossimo futuro, la restituzione a “prato verde” della zona non più inquinata, concludendo, una storia, iniziata più di vent’anni fa e ancora lontana dal trovare una fine.