Sicignano si candida con Berlusconi. Il sindaco di Vaprio: inopportuno

Fa discutere la scelta del pensionato in lista con Forza Italia a Milano di BARBARA CALDEROLA

Francesco Sicignano  (foto Dati)

Francesco Sicignano (foto Dati)

Vaprio d'Adda (Milano),  28 novembre 2015 - Prossima fermata, Palazzo Marino. «Legittimo, ma intempestivo. Con un’inchiesta ancora in corso al suo posto avrei declinato l’invito». Il sindaco di Vaprio Andrea Beretta commenta la notizia del giorno: Francesco Sicignano scende in politica. Era nell’aria, dopo la prima uscita pubblica di metà novembre per parlare di sicurezza su invito del Pdl di Gorgonzola, ieri l’investitura ufficiale a Milano. Il pensionato che il 30 ottobre ha freddato con un colpo di 38 il ladro albanese entrato in casa per derubarlo correrà per una poltrona in Consiglio comunale sotto la bandiera di Forza Italia.

«Al suo posto non mi sarei prestato – ancora Beretta - Chiariamo subito: è liberissimo di farlo, come qualunque altro cittadino, ma mi sembra che dietro a tutta questa storia ci sia una nota stonata». Diverso il parere dei vapriesi, dispiaciuti solo «di non poterlo votare». Preferiscono tutti l’anonimato, forse per rispetto al monito lanciato dal pulpito un mese fa dal parroco che invitava i fedeli alla misura su questa vicenda. «E’ uno di noi», ripetono ancora in tanti. La definizione è ormai un marchio di qualità per l’ex commerciante 65enne, outsider nell’arena sotto la Madonnina.

«Ho sempre votato Msi, tranne l’ultima volta: avevo scelto gli azzurri. Stimo Silvio Berlusconi, dopo tutto quello che gli hanno fatto, ha ancora voglia di spendersi per questo Paese. Mi piace perché è un patriota, come me». E poi: «Abbiamo una cosa in comune: a lui piace la gnocca, a me anche piaceva. A ’sto punto, uhè ragazzi... ». Ecco le prime dichiarazioni dell’aspirante consigliere presentato dallo stato maggiore del partito. Sicignano, che neppure stavolta ha tradito il personaggio che si è cucito addosso dopo il delitto – in Comune a Milano è arrivato con il suo giubbotto da top gun e i capelli bianchi a spazzola – si è già lanciato nell’agone. «Alfano? Dovrebbe rastrellare l’Italia da Nord a Sud. Serve una retata. Forse si sarebbe evitata la rapina di Rodano».

La sicurezza – tema del giorno, del mese, dell’anno sul fronte nazionale e su quello internazionale – sarà il suo cavallo di battaglia. Questo è chiaro. Il programma ce l’ha già: «Lavoriamo sulla proprietà che è sacrosanto diritto da difendere, questo non vuol dire che tutti devono avere armi, ma chi le sa gestire. In Italia non c’è sicurezza, serve fare qualcosa al più presto». La sua corsa ha già suscitato un vespaio. Scelta civica usa il «il pistolero di Vaprio» per attaccare gli avversari: «Non si può trasformare in eroe chi uccide», ammonisce il deputato Gianfranco Librandi. I prossimi giorni saranno decisivi per il debuttante, indagato per omicidio volontario: il pm Antonio Pastore, titolare del caso, e il procuratore aggiunto Alberto Nobili, che coordina le indagini, riceveranno la relazione del medico legale, un tassello fondamentale per stabilire cosa è successo davvero la notte della tragedia nella villetta di via Cagnola.  barbara.calderola@ilgiorno.net