Cernusco, scoppia la protesta delle mamme: folle chiudere la sala parto dell’Uboldo

Centinaia in strada contro il trasferimento del reparto a Melzo deciso dalla Regione di Alessandro Bersaglio

 Il sindaco Eugenio Comincini in fascia tricolore partecipa al corteo (Spf)

Il sindaco Eugenio Comincini in fascia tricolore partecipa al corteo (Spf)

Cernusco sul Naviglio, 19 ottobre 2014 - Non ci sta Cernusco e protesta in massa contro la chiusura delle sale parto dell’ospedale Uboldo. Ieri mattina più di cento persone hanno preso parte alla manifestazione contro la delibera della Giunta regionale che prevede l'accorpamento del centro nascite dell'ospedale Uboldo di Cernusco al Santa Maria delle Stelle di Melzo entro il 31 dicembre.

La furia dei cernuschesi nasce dal fatto che a non rispettare il numero minimo di nascite annuali previste dalla legge (500) sia l’ospedale di Melzo. Cernusco infatti, con una media di oltre 600 bambini nati all'anno, è in regola e non dovrebbe essere accorpato ad un altro nosocomio. A guidare il corteo da piazza Gavazzi fino all’Uboldo, il sindaco Eugenio Comincini: «Il nostro paese rispetta i canoni previsti dalla legge sul numero delle nascite ed inoltre è riconosciuta l'alta qualità del servizio e la piena assistenza alle mamme». Il primo cittadino non si ferma qui: «Sono felice di vedere che questa manifestazione abbia riscosso un grande successo e spero ci sia ancora più gente quando andremo a far sentire la nostra voce di protesta sotto il palazzo della Regione».

In prima linea Vania Gambino che fa parte del comitato organizzativo della manifestazione: «È risaputo che il reparto nascite dell'Uboldo ha un grande prestigio. Spero che la Regione apra gli occhi e riveda questa delibera, stanno commettendo un errore». Tra le motivazioni che hanno portato a questa decisione c'è il fatto che l'ospedale di Melzo è più facilmente raggiungibile grazie alla nuova autostrada Brebemi, inoltre all'Uboldo di Cernusco non esiste un parcheggio. Giustificazioni poco convincenti secondo Giovanna Belenatti, anche lei membro del comitato organizzativo della protesta: «I numeri parlano chiaro. Qui si rispettano i canoni previsti dalla legge mentre a Melzo no. Perciò non riesco a capire come possa essere l'Uboldo a dover essere accorpato. La viabilità e il parcheggio sono scuse che non stanno in piedi».

Tra i manifestanti anche molte ostetriche di Cernusco come Annamaria Felippi: «Non si tengono in considerazione le mamme e gli aspetti umani, si pensa solo alla politica. Andando a Melzo si fa un passo indietro, peggioriamo invece di migliorare. Qui si rispettano tutti i criteri, anche il numero dei parti cesarei, 26%, è al di sotto della media (28%). Il punto nascite del nostro paese funziona benissimo». Suscita ancora più scalpore è il fatto che le sale parto cernuschesi sono appena state ristrutturate e rischiano ora di non entrare mai in funzione. Come anticipato, l’accorpamento è previsto entro il 31 dicembre 2014: brutta sorpresa per la futura mamma Chiara Carzaniga: «Dovevo iniziare il corso pre-parto a Cernusco e ora non so più se ci sarà. La protesta è giusta, le motivazioni fornite dalla Regione non sono chiare».