di Monica Autunno

Trezzo sull’Adda, 7 novembre 2012 — «Non ho mai pagato soldi a nessuno. Nemmeno un euro. Questo lo voglio ribadire con tutta la chiarezza possibile. E non ho nemmeno guadagnato. Anzi. La vicenda Sportello Unico, condotta con la massima trasparenza, ha decretato la fine della mia serenità personale ed è stata per me, professionalmente, un bagno di sangue sotto ogni punto di vista, concreto e morale».

Franco Ghinzani, con il socio Claudio Mantegazza, è titolare della Iniziative Immobiliari srl, a sua volta titolare, nel 2009, del maxi progetto immobiliare oggetto della procedura di Sportello Unico prioritariamente incriminata dall’inchiesta della Procura milanese. Il progetto subì amministrativamente un doppio affossamento: l’annullamento del primo Sportello Unico nel 2010, la bocciatura di una «seconda stesura» molto ridotta nelle metrature, presentata nel 2011. Un volto noto, a Trezzo, quello di Ghinzani, imprenditore di lungo corso molto attivo in zona e già sindaco socialista della città negli anni Ottanta.

La sua posizione è dunque di estraneità alle ipotesi di reato?
«Totale estraneità. Mai versato denaro a nessuno. E mai fatto niente di irregolare. Tutta questa ricostruzione mi vede estraneo. E c’è ancora chi non ha capito come funziona uno Sportello Unico, che non è un piano urbanistico come gli altri. Comunque, ci difenderemo nelle sedi opportune, e con le opportune argomentazioni».

Perché definisce il tramonto di quei progetti un «bagno di sangue»?
“Perchè se fossero stati concretizzati avrebbero comportato per la città di Trezzo una serie infinita di vantaggi: l’insediamento di attività imprenditoriali e industriali di pregio e non inquinanti, e almeno 700 nuovi posti di lavoro. Rivendico quanto ho già detto in passato: si è perduta una opportunità d’oro. Una prima volta, e una seconda. In un momento di crisi come quello che viviamo, sono convinto che qualcuno la pensi come me».
La ricostruzione accusatoria?
«Posso parlare per quello che mi riguarda: sono estraneo a ogni reato, non sono mai stato un corruttore, non ho elargito benefici. I terreni di cui si parla non erano solo miei, e non comprendo perchè altri operatori non siano stati toccati. Da questa vicenda comunque, e da quello che ne è seguito, ho rimediato solo un salasso economico totale. Durante, e anche dopo».

Così il legale di Ghinzani, Mantegazza e Sarubbi, tre degli indagati eccellenti, l’avvocato Norberto Argento.
«I miei assistiti sono totalmente estranei ai reati contestati. Le posizioni sono differenti, e non è questa la sede opportuna per definirle. Ma sosteniamo con forza che non c’è stato reato».

monica.autunno@ilgiorno.net