di Gabriele Gabbini

Trezzo sull'Adda, 6 aprile 2012 - Perchè la Lega, per i padani doc, non è un partito ma una vera e propria fede. E quindi, alla notizia delle dimissioni rassegnate dal suo profeta, il Senatùr Umberto Bossi, la prima reazione dei fedelissimi è quella di choc, prima, e incredulità poi. «Ma no, sarà un errore. Forse vi confondete con il tesoriere Belsito», la prima replica del sindaco lumbard di Trezzo sull’Adda, Danilo Villa. «Ma è proprio vero?». Sì, è proprio vero.

IL «Generale» del movimento padano ha rassegnato le dimissioni da segretario della Lega Nord «per poter meglio difendere e tutelare l’immagine del movimento e la mia famiglia in questo delicato frangente», ha dichiarato al Consiglio federale del partito. Inutili le preghiere di ripensamenti, la sua decisione «è irrevocabile». «Non me lo aspettavo davvero - continua Villa, a caldo -. Tutto quello che abbiamo costruito è frutto del suo impegno e della sua volontà. Poteva mollare in qualsiasi momento, invece ha sempre tenuto duro davanti a mille difficoltà, anche fisiche, e non si è mai tirato indietro».

Ma secondo i suoi affezionatissimi, queste dimissioni non rappresentano certo un’ammissione di colpa: «Parliamo di una persona che non ha bisogno di giustificazioni - continua Villa -. Ha dato talmente tanto a tutti noi che sarei prontissimo a capire e perdonare se anche si fosse tenuto qualcosa per sé. Nella sua integrità morale questo passo indietro si può leggere solo come ulteriore difesa verso il movimento che ha fondato. La Lega è Bossi, senza di lui non esisterebbe una coscienza padana».

Ma sebbene grave, questa scelta non distruggerà quanto costruito finora: «Sostituirlo? Difficile, se non impossibile. Ma il nostro movimento non è a rischio, abbiamo un gruppo forte e unito che, pur piegato, non si spezzerà. E mi auguro che Bossi resti sempre in Consiglio». E in effetti l’assemblea leghista ha deliberato, all’unanimità, di nominare il senatùr nuovo Presidente federale della Lega Nord, con la richiesta di «proseguire la sua attività politica con una determinazione e convinzione, se possibile, ancora maggiori». E ancora più choccato è Claudio D’Amico, sindaco di Cassina: «Sono colpito. Per chi come me è nella Lega da vent’anni è davvero una mazzata. Devo riflettere, lui è un grande uomo ma ora sono senza parole».

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