Parapendio precipitato a Trezzo, si aggrava il pilota segratese

Prognosi riservata per il 55enne che ha subìto varie microfratture alla colonna vertebrale oltre alla rottura di bacino, parete oculare e all'incrinatura di varie costole di Mauro Cerri

Cristiano Petri

Cristiano Petri

Trezzo sull'Adda, 22 settembre 2014 - Sono più gravi, di quanto non fossero apparse in un primo momento, le condizioni dell’uomo schiantatosi al suolo sabato pomeriggio a Trezzo sull’Adda, dopo aver perso il controllo di un parapendio a motore: il 55enne di Segrate, neofita del volo su ultraleggeri, è ricoverato all’ospedale San Gerardo di Monza, dove gli sono state diagnosticate varie microfratture alla colonna vetrebrale, oltre alla rottura del bacino, della parete oculare e all’incrinatura di diverse costole. Non è in pericolo di vita ma i traumi sono tali da suggerire ai medici di mantenere la prognosi riservata

Eppure le cose sarebbero potute andare molto peggio, se alcune piante di granoturco non avessero attutito la caduta del pilota, trascinato per una decina di metri dalla vela. Così riferisce la polizia locale di Trezzo, intervenuta per i rilievi del caso, poco dopo l’arrivo dell’elisoccorso e dall’ambulanza. Gli agenti hanno ricostruito la dinamica dell’incidente, ora al vaglio della Procura. Il velivolo si era alzato verso le 18 dalla scuola «Le Tartarughe Volanti», che ha sede nei terreni di un agriturismo. A governarlo il 55enne segratese, che stava eseguendo una prova pratica di addestramento per conseguire il brevetto. Dopo trenta minuti di evoluzioni, qualcosa non ha funzionato e la traiettoria del velivolo è impazzita. Quando erano le 18.30 il parapendio è precipitato in picchiata, sotto gli occhi degli istruttori, distruggendosi in più pezzi: vela, elica e seggiolino e gli altri componenti ritrovati dai vigili sono ora sotto sequestro. Gli inquirenti dovranno infatti chiarire se sia sia trattato di un errore o se, invece, a causare l’incidente, sia stato un guasto tecnico del mezzo.