Cernusco in rivolta: «L’ospedale Uboldo non si tocca»

Assemblea pubblica contro il taglio del reparto nascite. A metà novembre manifestazione sotto il palazzo della Regione

L'incontro sulla sanità in biblioteca

L'incontro sulla sanità in biblioteca

Cernusco sul naviglio, 24 ottobre 2014 - Cernusco continua la sua protesta contro la delibera della Regione che vuole accorpare il reparto nascite dell’ospedale Uboldo a quello di Melzo. L’altra sera più di cento persone hanno partecipato a un incontro in biblioteca per dar seguito alla manifestazione di sabato 18 ottobre che ha coinvolto oltre mille cernuschesi.

L’incontro è stato organizzato dal Partito Democratico insieme a Vivere Cernusco, Sinistra per Cernusco e Sel Cernusco. Presente il sindaco Eugenio Comincini: «Quanto è stato deciso è preoccupante. Non ne facciamo una questione di campanilismo, qui si tratta dell’offerta sanitaria a disposizione della Martesana. Se la Regione vuole fornire un unico punto nascite in tutta la zona lo faccia, ma deve garantire sicurezza, assistenza e qualità». Il primo cittadino, dunque, guarda al di là dell’accorpamento dell’ospedale Uboldo, spiegando che qui non si sta parlando di un braccio di ferro tra Cernusco e Melzo: «Anche se verrà deciso che l’unico punto nascite sarà nell’ospedale del nostro paese, senza la possibilità di garantire la giusta assistenza sarà difficile che le donne vengano qui a partorire».

La determinazione di Comincini viene poi supportata da Gaetano Luvaro, ex primario del reparto di Ginecologia all’Uboldo: «La questione è molto semplice. Cernusco rispetta il numero minimo di nascite in un anno (500) e con il 26% di parti cesarei è al di sotto della media prevista (28%). Non c’è nessun motivo quindi per cui il nostro reparto nascite debba essere trasferito. Hanno detto che Melzo è più facile da raggiungere ed è dotato di strutture nuove. Il nostro ospedale si raggiunge facilmente in macchina e a Cernusco abbiamo la metropolitana, inoltre anche il nostro reparto è stato appena ristrutturato e chiudendolo ci sarebbe un enorme spreco di denaro pubblico».

Poi è il turno di Roberta Vergani, Rsu dell’azienda ospedaliera: «Difendiamo il diritto alla salute, e mai come in questo momento è necessario che tutti si uniscano contro la chiusura di interi reparti. Il nostro sforzo è quello di richiamare l’attenzione sul disegno sanitario nel territorio, in modo da garantire alla Martesana i presidi ospedalieri che si merita». La protesta proseguirà sotto il palazzo della Regione a metà novembre. Cernusco invita tutti i Comuni della zona a partecipare.