«Basta con lo sfruttamento», a Gorgonzola scatta l’ordinanza anti-accattonaggio

Il sindaco Stucchi: "Poche di queste persone si trova in una vera situazione di emergenza. Chi ci chiede qualche moneta rifiuta spesso questi aiuti, preferendo l´accattonaggio, che a questo punto è fraudolento» di Barbara Calderola

Una mendicante chiede l'elemosina (Foto archivio)

Una mendicante chiede l'elemosina (Foto archivio)

Gorgonzola, 27 febbraio 2015 - Semafori e sagrati presidiati dai vigili. L’ordinanza anti-accattoni del sindaco Stucchi fa centro. Primi giorni di applicazione del provvedimento sperimentale che si concluderà a fine agosto con una verifica dei risultati. La guerra di Gorgonzola contro i «poveri di professione» è solo agli inizi e si annuncia totale. Rom, Sinti e profughi africani, sono loro ad aver scatenato la protesta di cittadini, all’inizio una presenza silenziosa, col tempo diventata molesta, fa presente l’ordinanza, tanto «da mettere in pericolo l’ordine pubblico».

Nel testo, che arriva dopo altre iniziative simili in grosse città, si parla anche della tutela di «bambini costretti a elemosinare e handicappati». Una forma evidente di sfruttamento, che «una città civile non può tollerare», sottolineano a Palazzo. E poi c’è il racket, dietro alla rete di disperati che tendono la mano nei punti più affollati della città e in ogni altro luogo, ci sono le organizzazioni criminali, che si contendono brandelli d’asfalto appetibili, dove di gente ne passa tanta.

Contrastarli è un obbligo, per il Comune che ha scelto il giro di vite. Il timore delle multe, minacciate dall’ordinanza, da 25 a 500 euro, sembra aver scoraggiato gli habitué del marciapiede. «Ben poche delle persone che incontriamo sulle nostre strade si trovano in una situazione di vera emergenza o hanno bisogno d’aiuto - dice il primo cittadino -. Noi diamo risposte concrete a chi è indigente. Chi ci chiede qualche moneta rifiuta spesso questi aiuti, preferendo l´accattonaggio, che a questo punto è fraudolento».

Per chi trasgredisce è prevista anche la confisca del denaro rimediato per strada, mentre se ad accompagnarlo c’è un minore, rischia fino a 3 anni in cella. Fra le aree sotto controllo, parcheggi, fermate di bus e metropolitana, incroci, cimiteri e mercato. Sorvegliati speciali anche centri commerciali ed eventi che attirano la folla delle grandi occasioni. «L’obiettivo? Combattere la povertà, con i mezzi giusti, che già ci sono, non i poveri», chiarisce Stucchi. barbara.calderola@ilgiorno.net