Melzo, lo sfogo del sindaco dopo le dimissioni: "Deluso da questo Pd"

Antonio Bruschi: "Un epilogo amaro: ma così non si poteva continuare"

Antonio Bruschi

Antonio Bruschi

Melzo (Milano), 13 maggio 2016 - "Personalismi e pretestuosità dietro questa crisi, niente di più. Un epilogo amaro: ma così non si poteva continuare». Dice molto ma non dice tutto l’ormai ex sindaco di Melzo Antonio Bruschi, in Comune a un’ora o poco più dalla firma della lettera di dimissioni. «Ci saranno modo e spazio per altri chiarimenti. E c’è molto da chiarire».

Dimissioni a poche ore dalla sfiducia dei partiti di maggioranza.

«C’ero anche io alla riunione dove, ancora una volta, eravamo in 8 su 11. I segretari hanno scritto quella nota notturna, ma io avevo già tratto le mie conclusioni. Se maggioranza non c’era e non c’è, qualsiasi altra conversazione non avrebbe più avuto senso. Non potevamo continuare a operare sotto ricatto».

I tre dissidenti dietro questo crollo?

«Loro sono stati il capitolo recente. Ma è inutile nascondere che qualche cosa era in atto già da prima, e forse è stato in atto sin dal principio. Troppi attacchi, troppe falsità. L’amministrazione aveva tutte le carte per procedere».

Personalismi di che genere? Richieste di rimpasto, di cariche?

«C’era anche quello, ma non ha grande importanza. Comunque a un nuovo rimpasto in queste condizioni avrei detto no».

A Melzo sedeva in consiglio per il Pd anche il segretario metropolitano Pietro Bussolati.

«Di questo non parlo. Anzi, una cosa la dico. Ho atteso a lungo, e inutilmente, che i vertici del partito portassero a Melzo quella ventata di chiarezza e propositività che il Pd deve portare. Non è accaduto. Me ne rammarico, anche come innamorato del Pd».

I suoi oppositori l’hanno dipinta come un sindaco ‘lontano dai bisogni della gente’ e come persona autoritaria.

«Io non credo di essere stato autoritario. Ho sempre accettato il confronto. Quanto ai cittadini, è una falsità vera e propria: sono stato un sindaco presente».

Quanta la responsabilità dei gruppi di minoranza?

«La minoranza, in particolare le Liste Civiche, ha fatto un lavoro magnifico. Si è bene insinuata, e non dico altro, nei buchi che c’erano nella compagine di governo».

Cosa lascia alla città?

«Ho fatto delle scelte, cancellando il polo scolastico e avviando progetti che andranno avanti, lavorando per il rilancio della città. Mi spiace non poter proseguire».