Schianto al suolo con il parapendio. Sarà ascoltato il pilota precipitato

Trezzo, il segratese è ancora in prognosi riservata al San Gerardo di Mauro Cerri

Elisoccorso (Fotowebgio)

Elisoccorso (Fotowebgio)

Trezzo sull'Adda (Milano), 23 settembre 2014 - Solo la diretta testimonianza del pilota potrà fornire dettagli determinanti a chiarire la dinamica dell’incidente «aereo» di Trezzo sull’Adda. Nelle prossime ore, la polizia locale ascolterà il 55enne di Segrate ancora ricoverato in prognosi riservata all’ospedale San Gerardo di Monza, dopo lo schianto col parapendio a motore di sabato pomeriggio. Fino a ieri sera gli agenti, a stretto contatto con la moglie del ferito, non hanno ricevuto il via libera dai medici.  L’uomo non ha mai perso conoscenza ma lo stato di choc per quanto accaduto tre giorni fa suggerisce la massima prudenza.  Inoltre, non si può muovere: nell’impatto col terreno ha riportato la rottura del bacino, la microfrattura di alcune vertebre e di una parete oculare, le costole sono incrinate. Anche per chi è incaricato dell’indagine, e non solo per il personale del San Gerardo che lo tiene sotto osservazione, la priorità è dunque quella di vedere stabilizzate le sue condizioni. Poi, si faranno tutte le verifiche del caso. 

A partire dalle due ipotesi «di scuola»: manovra errata oppure problema tecnico. Di certo, il segratese non è un pilota esperto di mezzi ultraleggeri a motore. Quello di sabato risultava infatti un volo di addestramento finalizzato al conseguimento del brevetto. Come di regola, il pilota era «radicomandato» da terra dagli istruttori dell’associazione sportiva cui era iscritto, testimoni attoniti dello schianto. Agli agenti, subito dopo l’incidente, hanno spiegato che il contatto radio con l’allievo è stato mantenuto fino agli istanti precedenti la caduta. Avvenuta attorno alle 18.30 quando il velivolo era in fase di atterraggio dopo trenta minuti di esercitazione. Il mezzo sarebbe precipitato da un’altezza di circa dieci metri, rovinando su un terreno di granoturco che, di fatto, ha salvato la vita all’uomo. Fosse stato asfalto, staremmo forse raccontando un’altra storia. 

Il parapendio è andato comunque distrutto e i suoi componenti (vela, elica, seggiolino etc.) si trovano ora sotto sequestro per ordine del magistrato. Va inoltre precisato, come conferma la polizia locale, che il mezzo appartiene al pilota e non alla scuola volo che, al limite, può richiederne l’utilizzo al proprietario secondo le normative di Aero Club d’Italia. Ciò rileva nella definizione di eventuali responsabilità qualora venissero riscontrati problemi di natura tecnica. Dal canto loro, i responsabili dell’associazione sportiva «Le Tartarughe Volanti», interpellati telefonicamente da questo giornale, preferiscono non commentare quanto successo.  È la prima volta che nel campo volo utilizzato per decolli e atterraggi, nei pressi dell’agriturismo Da Antonio a Trezzo, avviene un simile incidente.  mauro.cerri@ilgiorno.net