Beatrice uccisa in strada a 15 anni. Confermata la condanna per il pirata

Gorgonzola, la Cassazione respinge l’ultimo ricorso dell'investitore

Beatrice Papetti

Beatrice Papetti

Gorgonzola (Milano), 5 dicembre 2015 - Beatrice Papetti, è stato respinto dalla Cassazione l’ultimo ricorso in Appello di Gabardi El Habib, condannato a 3 anni e 4 mesi in primo grado per aver investito la quindicenne gorgonzolese nel luglio di due anni fa.

Colpevole. La pagina giudiziaria, così, si chiude. Non altrettanto la pagina del dolore, destinata a rimanere sempre aperta. E non così la vertenza giudiziaria civile e assicurativa per i risarcimenti, che prende il via nelle prossime settimane. Ma è altra storia.

A Roma, a portare il dolore e l’attesa dei genitori di Beatrice, investita a quindici anni mentre tornava a casa in una sera d’estate, gli avvocati Domenico Musicco, presidente di Onlus Avisl (Associazione vittime incidenti stradali, sul lavoro e malasanità) e Mario Pescara del Foro di Milano.

E' Musicco a commentare in una nota la notizia: «Gabardi El Habib è stato ritenuto dalla Suprema Corte definitivamente colpevole dell’omicidio colposo della giovane Beatrice e di gravissima negligenza nella condotta di guida. La Corte ha peraltro escluso in modo netto e solutorio qualsiasi responsabilità della giovane nell’evento, paventata avventatamente per elidere la delittuosa condotta legata alla fuga e all’omissione di soccorso del pirata». Innocente Beatrice, capelli scuri e occhi blu, che già vedeva la finestra di casa quando il pirata la falciò per poi sparire.

«Una sentenza non risolve il grave problema dell’incidentalità e dei morti sulla strada – così Musicco – ma una sentenza come questa ci sprona, ci incoraggia nella battaglia intrapresa. Ora serve la legge, che aspettiamo il 10 dicembre, servono strade più sicure e maggiore sensibilizzazione. Con una legge diversa, peraltro, avremmo avuto una condanna diversa. Molto».

E’ stata mamma Roberta Battaglino a donare le prime parole dopo aver appreso della sentenza romana: «Giustizia per te, stasera, bambina mia. E’ una sentenza per mia figlia, ma anche per tutti gli altri ragazzi che sono morti in circostanze simili, e non hanno avuto giustizia. Per tanti genitori che ancora aspettano». C’è ancora rabbia nella voce di mamma Roberta: «Impossibile capire quali rabbia e rancore ti prendano quando ti rendi conto che c’è chi rema contro il tuo desiderio non di vendetta, ma di giustizia».

Sull'assassino della figlia: «Penso andrà in galera. Non so per quanto. Ma almeno un po’». Infine il ringraziamento «agli avvocati, che sono stati magnifici, ci sono stati vicino come familiari. E alla giustizia che, tutto sommato, è stata rapida. Non riavremo mai Beatrice, l’abbiamo detto mille volte. Ma questa sentenza, per noi, era importante. Stanotte, forse, dormiremo».