Vimodrone, appello del sindaco sul cantiere abbandonato

Sull'area di via Cadorna, una lettera al governatore Maroni

L’area di via Cadorna dove era sorto il cantiere di autocostruzione Aler

L’area di via Cadorna dove era sorto il cantiere di autocostruzione Aler

Vimodrone (milano), 30 gennaio 2016 - Parte della recinzione, qualche giorno fa, è crollata lungo la strada. A puntellare ci hanno pensato i tecnici del Comune. Un intervento d’urgenza, che ha fatto prendere carta e penna al sindaco Antonio Brescianini. Dopo lettere senza risposta scritte al direttore generale di Aler Lorella Sossi, all’assessore regionale alla Casa Fabrizio Sala e al direttore del settore Gian Angelo Bravo, stavolta il destinatario è il governatore Roberto Maroni. Oggetto della missiva: la situazione di degrado che esiste ormai da anni in via Cadorna, nell’area dove sarebbero dovuti nascere 16 alloggi in autocostruzione e dove il cantiere è stato interrotto a seguito del fallimento del gestore tecnico dell’operazione (la società Alisei), individuato dal Pirellone. Brescianini torna così a sollecitare un incontro in Regione per trovare una soluzione a un cantiere che avrebbe dovuto concludersi nel 2012, dopo 3 anni previsti di lavori.

Di «motivi di pericolosità per la sicurezza della zona» e di «scarse condizioni igieniche e sanitarie» parla il sindaco nella lettera, oltre a «16 famiglie assegnatarie che stanno vivendo momenti di forte disagio a causa della mancanza di prospettiva abitativa». «Si tratta di un progetto che nel 2008 ci aveva affascinato, perché all’epoca assolutamente innovativo: giovani coppie mettevano a disposizione il loro tempo, diventavano manovali insieme all’impresa, diminuivano così i costi di realizzazione e creavano la loro casa. In via Cadorna avevano investito la loro speranza, ora distrutta», sottolinea il primo cittadino.

Un'esperienza di autocostruzione anche sociale, con le famiglie che avevano costituito una cooperativa. Il progetto prevedeva villette a schiera a 2 piani di circa 80 metri quadri con cantine interrate da 40 metri. Cinquecento euro di affitto al mese e dopo 10 anni la possibilità di riscatto. Dei 16 assegnatari, 4 sono stranieri. Oggi due nuclei hanno comprato casa altrove e altri tre si sono visti assegnare un alloggio in edilizia residenziale pubblica. «Una mobilità verso l’alto ma anche verso il basso – commenta Brescianini -. Ci sono state enormi carenze dal punto di vista istituzionale: un sindaco non può essere lasciato solo dagli enti superiori. C’erano state promesse proposte di soluzione entro fine settembre, ma nulla abbiamo ricevuto. Ci riserviamo tutte le azioni possibili, anche di scrivere al Prefetto». Il Comune chiede la presa diretta del cantiere da parte di Aler, operatore tecnico a cui è stato dato il diritto di superficie, la messa in sicurezza dell’area e un piano di intervento.