Approvata la Variante di Vaprio: "Addio alla strozzatura medievale"

Il cantiere partirà in primavera e terminerà entro un anno

 La strozzatura dopo il ponte

La strozzatura dopo il ponte

Vaprio d'Adda (Milano),  18 gennaio 2018 - Ben 321 anni. Gli automobilisti dell’Adda potevano risparmiarsi tre secoli di code e una marea di polveri sottili, se avessero costruito prima la Variante di Vaprio. Martedì, dopo 16 anni di attesa – il primo protocollo fra Comuni e Regione risale al 2002 – l’opera fantasma è stata sbloccata. Il cantiere partirà in primavera, aprile-maggio si ipotizza, fra un anno, gli agognati 200 metri che elimineranno per sempre la strozzatura “medievale” dopo il ponte sul fiume in città, apriranno al traffico. 

«Finché non vedo, non credo», commenta il sindaco Andrea Beretta. Uno scetticismo comprensibile visti tutti gli intoppi che hanno accompagnato il progetto. «Mancano ancora due adempimenti. Ma, a Milano, l’altro ieri, ci hanno promesso che andranno a buon fine alla svelta. Incrociamo le dita». Il disegno definitivo della bretella drena-code verrà spedito alla Soprintendenza, che avrà 60 giorni di tempo per dare il via libera, poi, bisognerà convocare un’ultima Conferenza dei Servizi fra tutte le amministrazioni interessate. Il by-pass costerà un milione 400 mila euro, 840mila a carico del Pirellone, 560mila di Città Metropolitana. Era stata l’ex Provincia ad appaltare l’opera due anni e mezzo fa, ma il bando era stato subito bloccato a causa di alcune integrazioni richieste proprio dalla paesaggistica. I Comuni hanno calcolato i costi delle lungaggini. Senza scorciatoia, i 15mila veicoli che ogni giorno formano colonne da e per la Bergamasca hanno prodotto 15mila tonnellate di anidride carbonica, Vaprio e Canonica, i due centri interessati, avrebbero dovuto piantare 50mila alberi per neutralizzarne l’effetto.

«Un esempio concreto dell’importanza di governare a dovere», insiste Beretta. Il vecchio Accordo di Programma, che in calce porta la firma pure dal Parco Adda Nord e dalle Province di Milano e Bergamo, prevedeva la realizzazione entro il 2006, a dilatare i tempi spiega la Regione «problemi burocratici, ma anche la mancanza di una volontà politica univoca da parte dei comuni fino al 2014». Poi, con i nuovi sindaci le cose sono cambiate, Beretta si è rimboccatole maniche per arrivare alla svolta. «La Variante è il classico esempio di come anche la costruzione di un tratto di strada, contrariamente a quanto si pensi normalmente, possa contribuire a migliorare la qualità della vita e dell’ambiente di tutto il territorio», sottolinea l’assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Sorte.