K-Flex, anche i sindaci in marcia: "Fermiamo lo scippo"

Un esercito di sindaci, "armati" di fascia tricolore, schierato davanti ai cancelli dell'azienda che ha preso milioni di soldi pubblici e ora vuole delocalizzare

Lo schieramento dei sindaci davanti ai cancelli della K-Flex

Lo schieramento dei sindaci davanti ai cancelli della K-Flex

Trezzo dell'Adda (Milano), 26 febbraio 2017  - Un esercito di sindaci in fascia tricolore, schierato davanti agli operai della K-Flex, ai cancelli. Dal cordone si alzano tre parole: "Lavoro! Lavoro! Lavoro!". E la tensione si scioglie in un applauso. Dopo 33 giorni in tenda, a presidiare la fabbrica a Roncello per non permettere di portare via i macchinari, i 187 «esuberi» del colosso delle guarnizioni in gomma, si sono sentiti meno soli. Fra loro, quasi la metà abita nel Trezzese.

L'arrivo in massa degli amministratori, di onorevoli e di consiglieri regionali al picchetto, per dire ancora una volta ancora "no" a una delocalizzazione "senza perché". "Se non il profitto", spiega Enrico Brambilla, capogruppo del Pd a Palazzo Lombardia. È lui a dettare l’agenda della battaglia, dopo il lungo abbraccio con le maestranze in lotta. "Bisogna verificare, innanzitutto, come sono stati usati i fondi pubblici ottenuti dall’azienda: 35 milioni, fra ministero dello Sviluppo economico e Cassa depositi e prestiti. Poi, intervenire a livello legislativo con un paletto. Le imprese che ricevono aiuti statali, non possono fuggire".

Il dramma è palpabile. Anche se nel grande piazzale che ospita la protesta si respira una dignità che non lascia indifferenti. Andrea Fumagalli, sindaco di Inzago, considera «un onore essere qui. Per crecare di fermare uno scippo. Questi lavoratori stanno impartendo una lezione a tutti, a partire dalla proprietà. E noi gli siamo accanto». Idem, il sindaco di Basiano, Douglas De Franciscis: "La responsabilità sociale dell’impresa deve valere qui e altrove. Sempre e comunque. Non ci si può scordare in un attimo di chi ha contribuito a costruire il successo di un marchio". Roberto Rampi, deputato Pd, promette un filo diretto con Teresa Bellanova, viceministro dello Sviluppo economico, regista della complicata trattativa, che finora non ha sortito l’effetto sperato.

Venerdì proprietà e sindacati si incontrano di nuovo a Roma. "Presidierò il tavolo - annuncia l’onorevole - ho già avuto contatti con il ministero. E la linea è chiara: K-Flex deve ritirare i licenziamenti". "Amedeo Spinelli (presidente del Gruppo brianzolo, ndr) come vuole essere ricordato dai suoi nipoti? Come capitano di industria, o come l’uomo che ha affamato chi l’ha aiutato a costruire il suo impero?", aggiunge il deputato. "Sono scandalizzato da questa situazione", ripete Rampi. Del "comportamento anomalo di un imprenditore nato e cresciuto qui", parlano in molti.

I Gas (Gruppi di acquisto solidale) della zona stanno organizzando una raccolta fondi per gli operai. "Ci sembra il minimo", spiegano. Il perché, è ovvio. Francesco, Mohamed, Maurizio, Raffaella. L’elenco completo sarebbe lungo. Sono i lavoratori con i loro drammi. Mutui e bollette da onorare, ma senza stipendio. E, soprattutto, senza futuro.

"Ci coordineremo per sospendere queste pendenze - annuncia Danilo Villa, sindaco di Trezzo - useremo tutti i mezzi che abbiamo a disposizione per rendere la vita più facile a chi chiede solo che gli sia riconosciuto un diritto". Sono le sue parole ad arrivare dritte al cuore del presidio. "Il vostro dramma è stato il mio dramma. Ho vissuto sulla mia pelle la stessa situazione. So cosa state passando". Gli occhi gli si velano, ascoltando i suoi concittadini che cercano conforto. E lui promette sostegno.

"Alla K-Flex il lavoro non manca. Non parliamo di un marchio in crisi - ricorda Domenico Frustagli della Femca Cisl - è questo l’assurdo". A condannare il sito e i suoi operai, "è la cieca volontà di guadagno, alla quale bisogna mettere un freno", spiega Matteo Moretti della Filctem Cgil. "Non stiamo giocano a Risiko, qui c’è di mezzo la vita della gente". "Noi, non ci fermiamo", ribadiscono i lavoratori. In via Da Vinci è già cominciato il 34° giorno di guardia.