Pronto soccorso chiuso di notte, via tre infermiere a Vaprio

La chiusura notturna miete le prime vittime tra il personale di una coop

La riorganizzazione dei servizi sanitari pone incognite sull'occupazione

La riorganizzazione dei servizi sanitari pone incognite sull'occupazione

Vaprio d'Adda (Milano), 3 novembre 2016 - La chiusura notturna del punto di primo soccorso a Vaprio «miete le prime vittime, tre infermiere “licenziate” per mancanza di lavoro», spiega Giorgio Motta dell’Rsu. Dal 15 dicembre il servizio chiude dalle 20 alle 8 e la coop che forniva personale al Crotta-Oltrocchi (non dipendenti dell’ospedale) ritira le forze in campo. «Operatrici qualificate, allontanate dalla sera alla mattina», aggiunge.

Il taglio rievoca timori e ansie di pazienti e personale alle prese con un passaggio epocale: la trasformazione in Pot, presidio ospedaliero territoriale, dei vecchi padiglioni, in servizio sul fiume da prima dell’Unità d’Italia. La metamorfosi non è indolore, malati e sindacati attaccano i Comuni: «Hanno fatto pochissimo per difendere un patrimonio straordinario di esperienza e sapere, costringeranno gli utenti alla ricerca di un ospedale che li accolga, poiché questo diventerà un cronicario».

La protesta vola per strada e sul web. Per fermare «la caduta libera», i cittadini hanno organizzato raccolte-firme e incontrato istituzioni, è atteso a giorni un nuovo summit in Regione. la Riforma sanitaria non perdona, taglia, e gli amministratori assicurano «di aver fatto il possibile per limitare i danni». Lo sostiene il sindaco Andrea Beretta, «non abbiamo scelto noi», ripete da mesi con tutti i colleghi in zona.

Per ammorbidire la serrata notturna del primo soccorso, l’Asst Melegnano-Martesana metterà a disposizione ambulanze per il trasferimento delle urgenze durante le ore in cui il servizio è sospeso. «Così aumenteranno solo i rischi«, insistono i contrari. Non li convincono neppure i 3 milioni di investimento messi sul piatto dalla giunta Maroni, che, quando i cantieri saranno chiusi fra due anni, porteranno i posti letto in città a 40, gli ambulatori a 21, invece dei 15 attuali. Mentre le ore di apertura settimanale del presidio passeranno da 227 a 350. Il Crotta-Oltrocchi diventerà punto di riferimento dei cronici, che assorbono l’80% del bilancio sanitario regionale, una voce dal valore di 17 miliardi.

E’ la più pesante di tutte le uscite lombarde. La politica ai pazienti non interessa, sono solo preoccupati di dovere fare chilometri e chilometri per sottoporsi a una visita, «come succede adesso, che il nuovo corso è solo abbozzato», spiegano. L’ospedale non verrà chiuso durante i lavori. Si procede per lotti, come nelle altre strutture dell’Adda-Martesana sottoposte ad altrettanto discussi restyling.