Truccazzano, la tragedia della Muzza: il corpo di Alex trascinato per 15 chilometri

Il bambino di 6 anni è stato ripescato ieri a Settala

I vigili del fuoco hanno lavorato senza sosta per ritrovare le vittime

I vigili del fuoco hanno lavorato senza sosta per ritrovare le vittime

Truccazzano (Milano), 23 agosto 2017 - Il corpicino del piccolo Alexander lo hanno cercato per 40 ore, fermandosi solo quando il buio più nero non consentiva neanche di distiguere la terra dalle acque, quelle agitate e violentissime che si sono inghiottite il bambino di sei anni, mamma Maria Valarezo e papà Jorge Vele. Il primo corpo ritrovato era proprio quello del padre, 37 anni, annegato mentre cercava di uscire dal lunotto posteriore quando la macchina era già completamente affondata. Era domenica sera. Lunedì mattina hanno trovato anche la sua compagna Maria, 42 anni, incagliata nella grata di scolo di Paullo. Un’ora dopo, l’autista Miguel Catota, 47 anni, al volante della Peugeot 307 che è finita dritta nella Muzza, il canale che attraversa Truccazzano. Guidava dopo un pomeriggio trascorso sulle rive dell’Adda con parenti e amici. Hanno scelto la macchina sbagliata su cui salire.

Si è cercato a lungo il corpo di Alex, con decine di vigili del fuoco e di sommozzatori che hanno macinato i chilometri lungo le rive e i pescatori che osservavano dai ponti. «Difficile trovarlo, con queste acque agitate chissà dove si sarà fermato», mormoravano sottovoce i vecchi lupi di mare, per non farsi sentire dai parenti e dagli amici che hanno seguito le ricerche passo passo. È riaffiorato solo ieri mattina, intorno alle 11. «Pronto? C’è qualcosa che galleggia, sembra un corpo». La segnalazione di un passante ai pompieri, poi l’elicottero che stava già perlustrando la zona, con a bordo un sommozzatore che si è calato nel punto dove l’acqua tocca Caleppio di Settala, vicino a via Don Minzoni, nell'area industriale. Lo hanno ripescato dalle acque che lo hanno portato via, trascinato per quindici chilometri, sbattuto dal canale maledetto.

Portato a riva, il corpicino del bambino di 6 anni lo ha riconosciuto un parente: «È lui. È Alex». Il cordoglio della rete ha fatto sentire stretto il suo abbraccio e la disperazione di un’ingiustizia. Il Quartiere Satellite di Pioltello, dove da anni vivevano le vittime della tragedia, ha mandato messaggi di vicinanza ai parenti e agli amici che ancora non si capacitano dell’accaduto. Ci penseranno le indagini a chiarire tutto, escludendo il malore alla guida o l’ipotesi di aver esagerato alla festa sulla riva. Quello che è certo, per ora, è che l’autista non ha preso quel dannato guardrail a tutta velocità ma che guidava «in modo strano, come a zigzag sulla strada dritta», dicono i testimoni. La famiglia dovrà aspettare la risposta che arriverà solo tra qualche giorno. Intanto, si affidano alla fede: «Solo Dio ci potrà dare la forza. E la rassegnazione».