Terremoto, parte per Amatrice il prof di Melzo. L'incarico: disegnare un’Italia sicura

Franco Guzzetti, docente del Politecnico, nel team post terremoto

Terremoto ad Amatrice

Terremoto ad Amatrice

Melzo, 7 settembre 2016 - C’è anche Franco Guzzetti (nella foto sotto, ndr), professore associato al dipartimento Abc (Architettura, Ambiente costruito e Ingegneria delle Costruzioni) del Politecnico di Milano, nella squadra di «eccellenze» che l’Ateneo milanese mette in campo nell’ambito del progetto Casa Italia per il post terremoto e le politiche future di prevenzione.

Franco Guzzetti,  pronto a partire  con il team guidato dal rettore del Politecnico
Franco Guzzetti, pronto a partire con il team guidato dal rettore del Politecnico

È un grande impegno quello che vi aspetta. «Aspetta tutti noi. Ciascuno di noi ha delle competenze specifiche, occorrono tutte».

Quanto conta la cartografia in un team multidisciplinare come quello che si sta mettendo al lavoro? «È il tassello di un percorso. In caso di eventi come quello che purtroppo si è verificato torna al pettine un nodo mai sciolto. La conoscenza del fabbricato è essenziale. La conoscenza sotto ogni punto di vista tecnico, strutturale, documentale. Ad oggi abbiamo innumerevoli informazioni: il problema è stato, ed è, che vanno assemblate, entrare in un unico bacino di conoscenze, facilmente accessibile attraverso una mappa virtuale».

Cosa occorre fare dunque? «Occorrono archivi intelligenti. E informazioni e modalità di catalogazione delle informazioni che siano in linea con le tecnologie più avanzate. Sul fronte tecnologico sono stati fatti enormi passi avanti».

Nel suo curriculum c’è un lungo lavoro del suo gruppo di ricerca su commissione di UnipolSai. «Tre anni fa ci contattarono, ci chiesero di mettere a punto dati utili a ‘georiferire’ un elenco di strutture. In quel caso interessava sul fronte assicurativo, per stipulare polizze per rischio ambientale, idrologico e sismico. Avevano dati insufficienti».

Cartografia, topografia e aggiornamenti devono portare al cosiddetto «fascicolo del fabbricato» «È quanto si intende parlando di archivio intelligente. Le informazioni vanno raccolte dove si trovano, ovvero catalogate da vari enti, sparse qua e là, e devono poi divenire accessibili all’unisono. Quindi dati catastali di un edificio, dettagli costruttivi e materiali usati, età, classe energetica e molto altro. Come quando si cerca un ristorante su GoogleMaps. Un lavoro del genere l’abbiamo già realizzato in Valsabbia».

E un percorso era stato avviato a Melzo, il comune del Milanese dove lei è stato amministratore a lungo. «Per tutto il tempo in cui ho amministrato ho cercato di trasferire delle competenze. Molto era stato fatto, molto si sarebbe fatto, la politica ha scelto diversamente. Diciamo che in Casa Italia confluiranno filosofia e metodologie che hanno già trovato applicazione altrove».