Caso Sicignano, i genitori del ladro ucciso: "No archiviazione ma nuove indagini"

Chiesti approfondimenti sull'ipotesi che l'uomo possa aver sparato dall'alto mentre il giovane era ancora sulle scale esterne dell'abitazione

Francesco Sicignano fuori dalla sua abitazione

Francesco Sicignano fuori dalla sua abitazione

Vaprio d'Adda (Milano), 24 novembre 2017 - Non deve essere archiviata l'inchiesta per omicidio volontario a carico di Francesco Sicignano, il pensionato di Vaprio d'Adda che nell'ottobre del 2015, dalla sua abitazione, sparò a un ladro albanese uccidendolo. Lo ha ribadito, davanti al gip di Milano Teresa De Pascale, il legale dei genitori del giovane morto, l'avvocato Teodor Nasi, che aveva presentato opposizione all'archiviazione chiesta dalla Procura e che in udienza, questa mattina, è tornato a sottolineare la necessità di nuove indagini e approfondimenti sull'ipotesi che l'uomo possa aver sparato dall'alto mentre l'albanese era ancora sulle scale esterne dell'abitazione e non ancora dentro la casa.

In particolare, tra gli approfondimenti necessari da effettuare, secondo il legale del padre e della madre di Gjergi Gjonj, che aveva 22 anni, c'è anche la cosiddetta "blood pattern analysis", ossia l'analisi delle tracce ematiche. Il giudice dovrà decidere nei prossimi giorni se archiviare le accuse a Sicignano (non era in aula oggi), come chiede la Procura (non c'erano pm in udienza) oltre alla difesa, se disporre nuove indagini oppure l'imputazione coatta. All'inizio dell'inchiesta gli inquirenti avevano ipotizzato che il pensionato avesse sparato quando il ladro non era ancora entrato nella casa ma si trovava sulle scale esterne. Il medico legale nominato dai pm, poi, ha accertato che la dinamica della morte poteva essere compatibile con la versione di Sicignano, che aveva detto di aver sparato in casa per difendersi. Il proiettile, secondo il medico legale, ha sfiorato il cuore del 22enne attraversando il corpo senza colpire direttamente l'organo. Per questo Gjergi Gjonj, nella ricostruzione della Procura, potrebbe essere rimasto in vita forse quasi per un minuto. Il tempo necessario per trascinarsi fuori dalla cucina e, attraverso un percorso tortuoso, raggiungere le scale esterne, dove poi sarebbe morto.

Per il legale dei familiari del giovane, invece, si trattò di omicidio volontario e nella ricostruzione «parziale» dei pm ci sono «numerose incongruenze». Secondo il difensore, infatti, il 22enne «è stato ucciso sulle scale, fuori dall'abitazione, e poi il proiettile è stato buttato nel soggiorno di casa». E ai consulenti della Procura, a detta del legale, è stato chiesto soltanto di verificare la compatibilità della dinamica col racconto di Sicignano e non quale fosse l'ipotesi più probabile sul punto da cui l'uomo ha sparato rispetto alla posizione del giovane.