Segrate, la rivolta della biblioteca sull’editto Trump

Per quattro mesi saranno esposti i volumi di autori provenienti dai 7 Paesi esclusi dagli Stati Uniti

Alcuni dei volumi messi in vetrina

Alcuni dei volumi messi in vetrina

Segrate (Milano), 2 febbraio 2017 - La guerra  del muro fa scalpore, e Segrate reagisce alla decreto anti immigrati di Trump. Il presidente statunitense ha messo al bando per quattro mesi sette paesi - Siria, Iran, Iraq, Somalia, Libia, Sudan e Yemen – la biblioteca di Segrate esporrà sugli scaffali per 120 giorni libri e film di autori di quelle nazioni. È un piccolo segnale di umanità quello lanciato dalla biblioteca comunale, dove è già stato allestito un spazio dedicato alle parole e alle immagini che parlano dei paesi messi al confino da Trump.

Una trentina di libri e film in tutto, una piccola battaglia di solidarietà che fa pensare. «Leggere e ascoltare direttamente le loro voci – commenta il sindaco Paolo Micheli - ci può far comprendere meglio l’assurdità di un simile atto, avvicinandoci alle persone che lo subiranno, promuovendone la cultura e la libertà di pensiero. Le posizioni di Trump stanno suscitando accese proteste in tutto il mondo: uomini, donne e bambini, rifugiati richiedenti asilo o già in possesso di regolare visto, colpevoli di essere nati nel Paese sbagliato».

Una selezione di voci eccellenti, come le opere di Aznar Nafisi, Marjane Satrapi e Bijan Zarmandili. Il materiale rimarrà esposta presso nella sede del centro cittadino, in via XXV Aprile, per i prossimi 120 giorni. «La cultura di un grande Paese come gli Stati Uniti – aggiunge l’assessore alla Cultura, Gianluca Poldi – si è formata e continuamente si forma grazie all’apporto di voci diverse: noi vogliamo con questa iniziativa continuare a dare voce a questi popoli e a chi ha dato un grande apporto all’arte e alla letteratura».

Un gesto originale in stile «radical chic», visto che un’altra «guerra del muro» è in atto da anni proprio a due passi dalla biblioteca. Una battaglia di confine che sta rendendo la vita difficile a centinaia di famiglie. Gli abitanti del quartiere Malaspina - che si trova sul confine cittadino, ma dalla parte «sbagliata», quella di Pioltello – chiedono da anni di poter aprire un cancello nel muro di San Felice, un quartiere ricco e «fortificato» da mura invalicabili.

Le famiglie pioltellesi vogliono poter portare i figli a scuola senza essere costretti a camminare contromano su una strada pericolosa. I sanfelicini continuano a dire di no, la «messa al bando» è stata decretata perfino nelle riunioni del supercondominio. Forse, la reazione culturale della «Segrate bene» riuscirà a fare breccia nelle coscienze di San Felice.