Segrate, il sindaco: "Minacce continue, le ignoro"

La sfida dell'ex vicesindaca e il caso dei debiti con l'opposizione che ventila querele: giornataccia in municipio

Il primo cittadino Paolo Micheli

Il primo cittadino Paolo Micheli

Segrate (Milano), 1 febbraio 2017 - "Ho avuto una giornata di minacce". È lo sfogo del sindaco Paolo Micheli, parole pesanti che danno un’idea del clima difficile che in queste ultime ore si respira a Segrate. Prima la sfiducia del vicesindaco Manuela Mongili, poi la bomba del bilancio esplosa a ciel sereno: due episodi dall’effetto domino. L’assessore sfiduciata ha chiesto la convocazione di un consiglio comunale per spiegare la sua posizione di fronte alla città, mentre dall’opposizione si ventila l’ipotesi di querelare Micheli per danni sulle sue dichiarazioni legate ai presunti 2 milioni di debiti arretrati.

"Mi hanno scritto 14 esponenti della precedente maggioranza – racconta il primo cittadino -. Si dichiarano amaramente sorpresi per il fatto che li ho chiamati in causa per i debiti fuori bilancio. Sostengono che queste irregolarità contabili, avvenute a partire dal 2010, siano in realtà colpa dell'attuale amministrazione che è in carica da un anno e mezzo. Se non provvederò a rettifiche e scuse sulla stampa e i social network, minacciano querele e richieste di risarcimenti danni".

A fare emergere la presunta situazione debitoria è stata un’indagine interna al Comune. "Sui debiti fuori bilancio c'è una dettagliata relazione che è stata inviata alla Corte dei Conti – prosegue Micheli -, alla quale ho fatto seguire una mia nota assicurando piena collaborazione perché venga fatta chiarezza sui fatti e sulle responsabilità".

L’ex vicesindaco ha scritto al sindaco e al presidente del consiglio comunale. "Chiede a me e di convocare il Consiglio perché i consiglieri possano ascoltare le sue precisazioni in ordine al ritiro delle deleghe e ai fatti che vi hanno dato causa. Se non accadrà, minaccia di diffondere un lungo documento – spiega Micheli - dove ripercorre una serie di vicende, dalla procedura della convenzione Boffalora alla revoca del suo incarico, sottolineando in particolare il ruolo e il peso che nelle decisioni ha avuto il segretario cittadino del PD. Risponderò alle due lettere con la dovuta cortesia e ignorerò le minacce. Facciano pure".