Pioltello, il racconto della tragedia di Chernobyl / FOTO

A 31 anni dal disastro la mostra “Condanna Radioattiva” ripercorre distruzione e speranza

Una delle più toccanti immagini

Una delle più toccanti immagini

Pioltello (Milano), 29 aprile 2017 - Un viaggio  “tra l’abisso e la speranza”, per una mostra fotografica che racconta, con immagini in parte inedite, la “Condanna Radioattiva” che da più di trent’anni grava su Chernobyl e dintorni. È un viaggio ricco di inquietudini, suggestioni e timori, quello proposto dall’associazione “Progetto Chernobyl Pioltello” e dall’Amministrazione che in biblioteca ha inaugurato la rassegna “Condanna Radioattiva”. L'esposizione che sarà visitabile  (lunedì e venerdì 14-19, martedì, mercoledì, giovedì 10-19 e sabato 10-18) fino al prossimo 5 maggio, racconta l’orrore che il 26 aprile 1986 ha trasformato un piccolo centro nel cuore dell’Ucraina nell’incubo radioattivo del mondo intero.

Le immagini, a tratti poetiche e a tratti crude e dolorose, sono corredate dal racconto di quello che accadde prima, durante e dopo l’esplosione del reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl, esplosione di potenza pari a 400 volte quella che cancellò Hiroshima. Protagonista del percorso di immagini e parole, la cittadina di Pripyat, città bambina nata 16 anni prima per dare case e servizi ai lavoratori della centrale e alle loro famiglie, città cristallizzata dall’incidente e fermata in una sorta di adolescenza eterna. Le immagini raccontano così della vita quotidiana di una città giovane, dell’attesa per l’inaugurazione del luna park che sarebbe dovuto entrare in funzione il primo – e su tutto domina la ruota panoramica, attrazione che non ha mai fatto nemmeno un giro – e dei giochi in strada dei bimbi, che non sapevano cosa sarebbe successo alle 23.58 del 26 aprile.

E poi  gli scatti terribili, degli effetti delle fiamme, della polvere radioattiva, del disperato tentativo di ridurre i danni. Protagonisti anche i 600-800mila volontari che lottarono per mettere in sicurezza il reattore esploso. Nessuno di loro, raccontano i testi, venne avvisato dei rischi. Come per i primi ad intervenire sul luogo dell’incendio, i vigili del fuoco di Pripyat che si recarono sul posto senza protezione. Un’epopea tragica, raccontata anche dai brani, tratti da “Preghiera per Chernobyl” di Svetlana Aleksievic e letti da Simonetta Heger, presente all’inaugurazione con Walter Masperi - entrambi dell’associazione Progetto Chernobyl che da 22 anni ospita bimbi ucraini nel periodo estivo - e Sara Ballis, responsabile della biblioteca.