Omicidio di Cernusco, i dubbi da sciogliere: si allarga la cerchia dei sospetti

Interrogatori a decine in Procura. Anomalo il modo in cui è stata uccisa Gabriella Fabbiano

Gabriella Fabbiano

Gabriella Fabbiano

Cernusco sul Naviglio (Milano), 10 dicembre 2016 - Gli interrogativi sull’arma, nebulose sull’orario esatto della morte, e una lista degli indagati che riporta ad oggi un solo nome, ma che potrebbe a breve rinfoltirsi. Sotto la lente ci sono in particolare le posizioni di altre due-tre persone. Sono decine gli interrogatori che nelle ultime ore sono stati eseguiti in Procura, dove si lavora senza sosta per fare luce sull’assassinio di Gabriella Fabbiano, la 43enne ritrovata cadavere a Cernusco sul Naviglio tre giorni fa. Ma il caso resta più che mai aperto. Nessun provvedimento, dopo l’avviso di indagine, all’indirizzo di Mario Marcone, il netturbino di 42 anni indicato come l’ultimo compagno della donna uccisa. Ha negato ogni addebito e qualsiasi solido coinvolgimento sentimentale con la donna. Gabriella Fabbiano, come gli inquirenti hanno sin dall’inizio esplicitato, aveva una cerchia di frequentazioni ampia ed eterogenea. Il che lascia aperta più di una pista: da quella passionale a quella più sinistra dell’omicidio da regolamento di conti.

Le modalità dell’esecuzione, il colpo secco di pistola dietro l’orecchio, i polsi legati da filo di ferro, i blocchi di cemento per mandare il cadavere a fondo nella cava Merlini, sono tipici della criminalità organizzata. Proprio sul bordo della cava scelta come luogo utile a disfarsi del corpo, l’assassino (o gli assassini) ha compiuto un errore: se avesse usato la piccola imbarcazione a servizio del lago per gettare il cadavere più «al largo» la donna non sarebbe stata ritrovata così rapidamente. La temperatura dell’acqua della cava rende difficile stabilire la data esatta della morte: poche ore prima del ritrovamento, come uno o due giorni. E questa circostanza rende complesso l’esame degli alibi dei possibili coinvolti. Che sarebbero più di uno. Davanti agli inquirenti sfilano uomini e anche qualche donna: amici, conoscenti, vicini di casa. Attendibili e non. Volti e nomi che facevano parte della ‘seconda vita’ di Gabriella Fabbiano, quella iniziata dopo l’abbandono della famiglia, marito e due figli, ormai più di due anni fa.

Anche da Carugate, dove la Fabbiano, già una prima volta separata e con una figlia quasi adulta (che vive con il padre), aveva vissuto sino a due anni fa con il secondo marito, artigiano edile, e due figli, un maschio e una femmina ancora piccoli, si segue l’evolversi della vicenda. «Ricordo bene sia la signora sia la famiglia, per un certo periodo avevano vissuto in una casa del Comune - dice l’ex sindaco Umberto Gravina -. Lei veniva spesso e altrettanto spesso chiedeva. Li aiutammo per un periodo, non riuscivano a pagare l’affitto. Per un certo periodo lei aveva aperto un negozio di abbigliamento usato per bambini». Il marito? «Un bravo uomo». Da Carugate a Cernusco, alla seconda, anzi, la terza vita. Lavori saltuari, frequentazioni non sempre cristalline. Mario Marcone un compagno recente. Con trascorsi burrascosi e una carcerazione per aver tentato di ammazzare l’ex moglie.