Area ex Galbani di Melzo, concessi tre anni per una soluzione

Pratiche del fallimento congelate in Tribunale. E proroga per la convenzione sul piano integrato

L’edificio della ex Galbani

L’edificio della ex Galbani

Melzo (Milano), 6 novembre 2017 - Fallimento ex Galbani, tre anni di congelamento delle pratiche in Tribunale. E sarà proroga triennale per la convenzione sul piano integrato fra Comune e proprietà, rimasto al palo. Altri tre anni, dunque, per tentare la carta dell’alienazione dell’area dismessa, e del riavvio dei progetti di rinascita. La notizia è ormai certa, ed è positiva. Ma le polemiche continuano a imperversare. All’attacco della giunta, ancora una volta, il gruppo Noi per Melzo: "Comunque vada, si è perso troppo tempo. Da parte delle Civiche, gravissime responsabilità". Contrattacca dal Comune il sindaco Antonio Fusè: "Attacchi gravi e poco di classe. Noi non abbiamo mai adottato simili strategie con i nostri avversari politici".

Il problema dell’ex Galbani, i cui atti giacciono in Tribunale insieme alla procedura di concordato preventivo della società titolare, è stato uno dei primi affrontati dalla giunta Fusè ad inizio mandato. Pare ormai certa la proroga che consentirà le bocce ferme per altri tre anni, nella speranza che l’attività di “tessitura” anche da parte del Comune riapra qualche possibilità di vendita e poi di recupero. "È una questione molto delicata - così il sindaco - che ci vede impegnati senza sosta. Naturalmente, c’è un limite a quello che come Comune possiamo fare".

Le bordate di Noi per Melzo arrivano con una lettera aperta: "Dovrebbe fare piacere a tutti i melzesi che il concordato preventivo al Tribunale di Milano anziché terminare con un fallimento, di cui poi non si saprebbe l’esito, possa rimanere in stand-by ancora per tre anni, fino al 2020. C’è un punto però che vogliamo sottolineare, e riguarda le gravi responsabilità delle civiche, che cestinarono il primo progetto di recupero, nel 2004. Se il Piano avesse preso le mosse in quell’anno non sarebbe entrato nella grande bolla immobiliare del 2008. Il valore dell’area è passato da circa 25 milioni nel 2013 ai 15 milioni di oggi. Tra i creditori dell’impresa c’è il comune di Melzo, che avanza 8 milioni per imposte, opere e oneri a scomputo. Quando sarà il momento, quanto arriverà nelle casse comunali?".