Terrorismo, "Fatima era desiderosa di compiere attentati"

Pubblicate le motivazioni della condanna a nove anni della foreign fighter di Inzago

Maria Giulia "Fatima" Sergio (Newpress)

Maria Giulia "Fatima" Sergio (Newpress)

Inzago (Milano), 27 febbraio 2017 - "Fortemente determinata a dare il proprio contributo all' attuazione delle azioni terroristiche, ed anzi era desiderosa di compierle in prima persona", tanto che "aveva iniziato ad addestrarsi all'uso delle armi". Il suo obiettivo era "contribuire alla crescita e al rafforzamento" dell'Isis, "anche attraverso l' arruolamento" dei familiari che, dietro sua richiesta "spesso connotata da toni aggressivi e comunque perentori", avevano deciso di raggiungerla nei territori controllati dai jihadisti.

Sono alcuni passaggi delle motivazioni della condanna a nove anni inflitta dalla Corte d'Assise di Milano a Maria Giulia "Fatima" Sergio, la prima foreign fighter italiana, partita da Inzago (Milano) per la Siria nel 2014. La donna è ancora latitante e potrebbe tuttora trovarsi in Siria, insieme al marito, l'albanese Aldo Kubuzi pure lui condannato, a dieci anni. Nelle 98 pagine di motivazioni del verdetto, i giudici evidenziano "l'insistenza di Maria Giulia" sui suoi familiari. La ragazza, secondo la Corte, "non voleva organizzare un viaggio di ricongiungimento familiare, bensì voleva che anche i suoi familiari rispondessero alla chiamata individualizzata al jihad lanciata dai vertici dell'Is, fornendo il proprio contributo personale".Per la giovane, "la loro unica preoccupazione doveva essere quella di sostenere la crescita dello Stato islamico, come lei stava facendo". Anche i suoi familiari, quindi, dovevano essere "disposti a lasciare tutto per uccidere i miscredenti".

Nei confronti del padre, Sergio Sergio, condannato a quattro anni per pianificazione di viaggio finalizzato al terrorismo, i giudici scrivono che "le continue e forti pressioni poste in essere dalle figlie" hanno "certamente giocato un ruolo decisivo nella scelta". Per questo motivo, e perché l'uomo "ha più volte manifestato ripensamenti prima di decidere definitivamente di organizzare il viaggio in questione", la Corte gli aveva concesso le attenuanti generiche che invece non erano state concesse alla figlia Marianna Sergio, sorella di Fatima, condannata a cinque anni e quattro mesi col rito abbreviato.  

Infine, per quanto riguarda il marito, la Corte spiega la condanna più alta rispetto a Fatima col fatto che Aldo Kubuzi ha avuto "il ruolo più significativo"  ed è "l'imputato che maggiormente ha tradotto in concretezza la sua vocazionè al jihad, partecipando anche ad azioni di violenza".