Nokia Alcatel, fumata grigia a Cassina de' Pecchi. Resta sempre l’incubo tagli

La richiesta dei sindacati: cassa al posto dei 100 esuberi

Un presidio dei lavoratori Nokia

Un presidio dei lavoratori Nokia

Cassina de' Pecchi (Milano), 8 giugno 2016 - Niente licenziamenti sino alla fine del 2017 e ricorso agli ammortizzatori. Queste le istanze del sindacato, si va avanti ma piano al Tavolo del Ministero per lo Sviluppo Economico, dove è approdata ormai da un mese la vertenza sugli esuberi post fusione Nokia Alcatel. Ultimo incontro ieri, alla presenza dei funzionari ministeriali, dei vertici dell’Ufficio personale e dei consulenti della multinazionale delle telecomunicazioni, delle Rsu e delle sigle sindacali.

Terzo incontro, ma ve ne saranno molti altri. Il prossimo è già convocato per il 28 giugno. «In quella sede si dovrebbe entrare in questioni concrete come il ricorso alla Cassa Integrazione - così per Nokia Cassina, dove sono ipotizzati 100 nuovi esuberi, Pino Bergamaschi - . E’ quanto tutti speriamo, perchè sino a questo momento, a parte dare un assenso generico ad alcune nostre richieste, non si è entrati particolarmente nel merito delle problematiche, delle situazioni e delle prospettive».

Di licenziamenti si parla da due mesi, da quando, cioè, sono stati resi noti i contenuti del piano di ristrutturazione conseguente all’acquisizione da parte di Nokia di Alcatel. Gli uffici cassinesi di Nokia dovrebbero inoltre essere trasferiti a Vimercate, nel parco tecnologico vicino alla tangenziale. Per lo stabilimento e i lavoratori, sopravvissuti a 110 precedenti tagli consumatisi un anno e mezzo fa dopo una lunga battaglia, una nuova doccia fredda. Ultima spiaggia, data la situazione, il tavolo al Ministero, «dove chiediamo non vi siano esuberi in questa fase di avviamento, e chiederemo una adeguata valorizzazione delle risorse umane che ci sono».