Cassano, il macellaio cassintegrato che cercava terroristi

L'arresto di Hachim in via Verdi: è il quarto presunto adepto del Califfato trovato in Martesana. La compagna presente al blitz: "E' stato terribile"

Il Califfato fa ancora proseliti

Il Califfato fa ancora proseliti

Cassano d'Adda (Milano), 27 ottobre 2016 - Si chiama Antar Mustafa Abdel Hachim il presunto jihadista arrestato stanotte dal Ros dei carabinieri a Cassano d’Adda. Il blitz nell’abitazione di via Giuseppe Verdi si è chiuso con l’arresto del macellaio cassaintegrato, che gli investigatori definiscono un "radicalizzatore telematico". "E' stato terribile",  racconta Noa, la compagna 39enne  dell'uomo, che al momento del blitz era in casa con i loro quattro figli tutti piccoli.

L’indagine sull’insospettabile 43enne dalla vita assolutamente regolare nasce dall’inchiesta del procuratore anti-terrorismo di Genova Federico Manotti sui movimenti internet in siti legati al Califfato. In manette insieme ad Hachim e al fratello pizzaiolo, bloccato contemporaneamente a Finale Ligure (Savona), anche un richiedente asilo algerino ospite del Cie (Centro di identificazione ed espulsioni) di Torino. I tre facevano proseliti soltanto su Internet, nella vita privata evitavano qualsiasi riferimento alla religione. Ricevevano video dal sito dell’Isis e cercavano combattenti per il Nord Africa. L’attività di propaganda però non è sfuggita ai serrati controlli degli inquirenti. Da cassintegrato, il macellaio di Cassano aveva tutto il tempo che voleva "per dedicarsi anima e corpo alla causa di Al Baghdadi, dopo il giuramento di fedeltà", spiegano dal Ros. E' il quarto adepto del terrore individuato in pochi mesi nel territorio della Martesana.

Hachim, egiziano del Sud del Paese,fino a sei anni fa era titolare di una pizzeria nell'hinterland, poi la cessione dell'attività e la decisione di trovare un posto in fabbrica come metalmeccanico. Finito anche quel lavoro è andato avanti con lavoretti, tra cui quello di macellaio.