Gorgonzola (Milano), 21 marzo 2014 - «Ho visto l’auto andare, davanti c’era la bicicletta. Ho pensato ora devierà, devierà, la scarterà». Invece l’auto ha tirato diritto. Come se quella mountain bike, su cui pedalava il 21enne A.D. di Melzo, non si fosse nemmeno parata sulla sua traiettoria. Ora il ragazzo investito lotta con la morte all’ospedale di Niguarda. Ha superato la nottata ed è stato stabilizzato, ma le sue condizioni restano gravissime. Ha traumi e contusioni, e lesioni la cui gravità sarà valutata solo nei prossimi giorni. Accanto a lui i suoi genitori, ma non solo. L’altra sera, sino a tarda notte, un avvicendarsi di ragazzi in lacrime, tutti i suoi amici. Lui non poteva sentirli, ma loro hanno voluto essergli accanto nelle ore della sua battaglia più difficile.

Intanto gli agenti di Polizia locale di Gorgonzola, che l’altro giorno hanno compiuto i rilievi sulla Gorgonzola-Melzo teatro del dramma, sono ancora alle prese con la ricostruzione esatta della dinamica. Fortunatamente, in loro soccorso c’è più di un testimone. Uno in particolare, un automobilista che ha visto la scena da vicino e ne ha riferito tutti i dettagli, ancora stravolto. Ha visto la bicicletta sul rettilineo verso Melzo, più o meno all’altezza del maneggio, e la Nissan condotta dal 48enne di Inzago, ancora ricoverato per un’ischemia che forse, ma resta per ora soltanto un’ipotesi, era sopravvenuta mentre lui era ancora al volante. «L’auto andava diritta, io vedevo benissimo che davanti c’era la bicicletta. Lui è sembrato proprio non la vedesse». L’ha travolta. Il ragazzo sbalzato dalla sella, caricato per qualche metro sul cofano poi caduto nel campo a lato della strada. Un campo maledetto, che ha già ospitato biciclette incidentate e auto finite fuori carreggiata.

Eppure in questa fase non sembra la pericolosità stradale uno dei fattori chiave. L’ipotesi di un malore sarebbe avvalorata da molti dettagli. Ma il riserbo è massimo, e l’indagine in corso. E il pensiero torna a un’altra bicicletta e a un altro corpo sull’asfalto, quelli di Beatrice Papetti, morta in luglio. La notizia di un altro ragazzo falciato da un automobilista pirata rinfocola la rabbia dei suoi amici, e degli amici dei suoi genitori. In questo caso l’investitore è arrivato solo a fine corsa, poi si è sentito male, ed è stato ricoverato in ospedale. Le sue condizioni non sarebbero gravi.

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