Menaggio (Como), 16 marzo 2014 - «Credo che il mantenimento degli uffici dei giudici di pace sul territorio sia un passo importante perché servono in zone disagiate per limitare le difficoltà dei cittadini e in altre zone per far sentire la presenza dello Stato». Così il deputato comasco del Pd Mauro Guerra spiega il suo impegno per salvare 285 uffici dei giudici di pace in Italia, battaglia andata a buon fine alcuni giorni fa. La maggior parte degli uffici si trovano nel sud Italia, in Lombardia sono undici: Treviglio, Chiari, Rovato, Asola, Bozzolo, Viadana, Legnano, Saronno, Menaggio, Tirano e Luino.

«Mi sono interessato della questione – spiega Guerra – partendo dalla condizione che conosco meglio che è quella di Menaggio sul lago di Como. Si tratta di una situazione morfologicamente difficile con collegamenti al capoluogo di provincia non certo veloci e in questa situazione far sparire il giudice di pace significa impoverire il territorio creando ulteriori disagi a cittadini che vivono in un luogo incantevole ma non certo semplice per gli spostamenti. Credo che aver ottenuto il mantenimento delle sedi sia un risultato importante perché sempre più servizi vengono centralizzati mettendo in difficoltà le aree periferiche». Guerra va però al di là del territorio lombardo dove i problemi sono di ordine viabilistico e parla «di altre realtà del nostro Paese che vivono situazioni di disagio legate alla presenza forte di organizzazioni criminali. Il giudice di pace rappresenta comunque una presenza dello Stato e far sentire che le istituzioni ci sono e non se ne vanno dal territorio è fondamentale».

Gli uffici già chiusi negli ultimi anni non saranno ripristinati ma anche per quelli salvati la battaglia non è conclusa e il deputato spiega: «Ho già avviato un confronto con il Governo perché il personale di questi uffici a mio parere deve essere pagato dallo Stato e non dagli enti locali. Posso accettare che le sedi e le spese sul territorio siano pagate dai comuni che in qualche modo si organizzeranno per i fondi, ma il personale dello Stato deve essere pagato dallo Stato. Questo ragionamento spero sia accolto dal Governo, non sarà una trattativa semplice ma ho intenzione di portarla avanti. In quest’ottica ritengo anche che sia giusto che le somme incassate dagli uffici sul territorio per quello che riguarda l’attività amministrativa restino agli enti locali che sostengono le spese e non che vadano nelle casse statali».

di Stefano Cassinelli