Cassina De' Pecchi, 10 luglio 2012 - Funzionaria dirigente del settore Finanze, tributi e personale del Comune di Cassina de’ Pecchi condannata per essersi appropriata di 166mila euro dell’amministrazione attraverso l’utilizzo di falsi mandati di pagamento: arrivano le motivazioni della sentenza con cui, lo scorso marzo, ad Enrica Ambrosio sono stati inflitti con rito abbreviato a 5 anni di reclusione.


La funzionaria ha inferto una “grave ferita” alla “credibilità” del Comune di Cassina De’ Pecchi e alla sua “capacità di controllare e governare i funzionari”. Soldi sottratti alle casse comunali per pagare debiti personali suoi o del marito deceduto lo scorso anno della natura più disparata: dall’insoluto nel suo negozio d’abbigliamento di fiducia, al pagamento delle spese condominiali, al conto del fioraio, all’estinzione di mutui con società finanziarie”, spiega nel documento. Con la stessa sentenza la donna, finita in carcere un anno fa e oggi agli arresti domiciliari, è stata condannata a risarcire al Comune danni patrimoniali e morali per 237.870 euro.


Nel documento, il gup spiega che non possono essere concesse all’imputata le attenuanti generiche per svariate ragioni. In primo luogo perché “il comportamento processuale non è stato in alcun modo collaborativo quanto all’accertamento dei fatti”. Inoltre perché Ambrosino “non ha messo a disposizione della parte offesa le risorse di cui tuttora dispone, pur essendo agevolmente prevedibile l’ammontare del danno da riparare”.
Non va poi dimenticato che “i fatti accertati sono obbiettivamente gravi, al di là dell’ammontare dei profitti realizzati illecitamente, e hanno gettato un notevole discredito sulla correttezza e l’operato di tutta l’amministrazione comunale, compresi i colleghi di lavoro”. Inoltre “non vi sono giustificazioni o motivazioni di sorta che possano spiegare un’appropriazione così estesa e radicata delle risorse pubbliche”.