Melzo, 11 giugno 2012 - Corteo e presidio di oltre cinquecento persone alla vigilia del taglio del nastro: da Melzo al cantiere logistico Tem di Truccazzano per ribadire il no alla grande opera e irridere in coro l’inaugurazione definita «farlocca» programmata per oggi a Milano. A fine corteo il clou della tensione e le azioni a sorpresa. Un gruppo di manifestanti del Presidio Martesana ha aggirato il cordone delle forze dell’ordine sulla strada, raggiunto attraverso campi e fossi il margine del cantiere «blindato» da ore e sparato fumogeni lilla da una ruspa; sulla Rivoltana, paralizzata per ore, c’è stato poi il montaggio a sorpresa di un gazebo a forma di prisma, aste bianche con tralci intrecciati e affissi i manifesti del movimento. Nessuno ha perso la calma: quando dal campo si sono alzati i fumi viola dell’«invasione riuscita» il corteo si è sciolto in pochi istanti.

L'appuntamento è già fissato per oggi a Palazzo Isimbardi, nel cui giardino è fissata l’inaugurazione «fuoriporta» (stavolta al rovescio) dell’infrastruttura dell’hinterland. Circa cinquecento manifestanti dunque al corteo indetto dal movimento No Tem. Niente simboli politici, grande presenza di Legambiente e dei comitati e circoli cittadini, dalla Martesana al Sud Milano, nutrite rappresentanze dei comitati contro la Pedemontana, poche istituzioni: fra gli altri il consigliere provinciale Massimo Gatti. Gli esponenti di Legambiente Dario Balotta e Damiano Di Simine, vari consiglieri comunali.

Nessuna fascia tricolore: l’assenza dei sindaci è stata bollata come «triste e vergognosa» da molti interventi. Mattatori indiscussi del corteo i ragazzi del Presidio Martesana, presenti in gran numero e decisi a «difendere il territorio con i denti». Il ritrovo alle 15 sul piazzale del Millepiedi in via Colombo. Di qui il corteo si è mosso sulla Cerca e poi sulla Rivoltana, monitorato da un foltissimo spiegamento di forze dell’ordine e preceduto da un cordone di Polizia. Poco prima del cantiere logistico il blocco e il faccia a faccia fra manifestanti e forze dell’ordine. Tensione di pochi minuti sino all’azione del gruppo di No Tem nel prato, seguita dalla strada dal resto dei manifestanti.

Al microfono, le motivazioni già ampiamente note del dissenso. «Che vergogna questo taglio del nastro - le parole di Massimo Gatti - : è la prima volta, che io ricordi, che un’infrastruttura di questo tipo viene inaugurata non sul posto, ma nel chiuso di un palazzo. Nessuno ci mette la faccia». Ma quella di oggi è per i manifestanti un’inaugurazione fasulla: «Non c’è l’ombra di copertura economica - afferma Balotta - . Si attendono i prestiti ponte, si assiste al dilagare delle banche. A margine di questa speculazione, il consumo scriteriato del territorio».
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