Basiano, 10 giugno 2012 - «Interruzione di rapporto» fra logistica e cooperativa, partono 89 lettere di licenziamento: capannone occupato, notte di sgombero e tafferugli, da ieri presidio permanente. Siamo nella zona industriale di Basiano e il capannone logistico teatro della vicenda è quello della Gartico Scarl, che gestisce trasporti alimentari nel settore della grande distribuzione. I licenziati sono invece gli 89 dipendenti, perlopiù egiziani, del network di cooperative Alma Group di Peschiera, che da cinque anni ha in appalto il servizio di trasporto merci.

La cronaca delle ultime convulse 48 ore parte venerdì, quando a tutti gli addetti viene notificata, a firma della Sinergy, altra cooperativa della casa, la cessazione del contratto di lavoro con decorrenza 20 giugno, conseguente alla disdetta dell’appalto e «all’impossibilità» di ricollocare i dipendenti in altre attività della cooperativa. Immediata la reazione dei lavoratori, che l’altro pomeriggio, avute le cattive notizie, sono rimasti per ore nel capannone rifiutando di uscire e «chiedendo — spiega uno dei lavoratori, Sheidid Mohamed — semplicemente un incontro con qualsiasi responsabile. La legge prevede cose molto precise, ovvero la garanzia di reintegro nella coop che subentri. Ma qui nessuno ci ha detto niente di niente».

In tarda serata, dopo una lunghissima trattativa con le divise che hanno ripetutamente invitato i manifestanti allo sgombero volontario dei locali occupati, l’irruzione delle forze dell’ordine, un contingente del reparto mobile della Polizia di Stato e una trentina di carabinieri della Compagnia di Vimercate. Qui i momenti più tesi: la resistenza passiva dei manifestanti, l’allontanamento coatto, il tafferuglio, al termine del quale cinque manifestanti sono stati accompagnati in ospedale, e Vimercate e a Zingonia, per accertamenti. Oggi mostrano graffi e lividi riportati durante lo sgombero, «siamo stati trascinati fuori, non abbiamo reagito in nessuna maniera e siamo disponibili al dialogo. Oggi come ieri, vogliamo soltanto una cosa, garanzie sul nostro posto di lavoro. E non ci muoviamo di qui sino a quando non le otterremo».

Vivono tutti fra Milano e l’hinterland, hanno famiglie e figli, «la scuola è finita, da lunedì, perchè no, li portiamo qui con noi». È presidio permanente, «sino a quando non avremo risposte». Oggi alle 15 assemblea sui cancelli, con i rappresentanti Cobas.

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