Gorgonzola, 5 maggio 2012 - No Tem in aula consiliare con carriole, mattoni e pale «anticemento», e stavolta si sfiora la rissa. Nemmeno l’ombra, l’altra sera, in Consiglio comunale, dell’atmosfera tutto sommato rilassata e giocosa che in luglio accolse la prima irruzione dei ragazzi del presidio No Tem di Cascina Bragosa (allora era la Pagnana), che entrarono simpaticamente camuffati da alberelli e fiori (in stile «Melevisione»), distribuendo volantini. Sarà che è passato un anno, ed è stato un drammatico periodo di crisi.

Sarà che la Tangenziale Est Esterna, anche se l’avvio cantieri è avvolto in nebulose, è ormai alle porte. Sarà che in quest’anno l’amministrazione gorgonzolese ha varato, e condotto ai lavori, il maxi comparto 6, case formato grattacielo a fronte di oneri salvabilancio. Ma il clima, l’altra sera, è sembrato tutt’un altro. I No Tem sono arrivati sotto l’auditorium di via Montenero alle 22, mentre in aula si discuteva il regolamento per la trasmissione in streaming delle sedute. Pochissimi gli informati del blitz, senz’altro ignari i componenti della giunta.

Quando in aula è arrivata la voce del raduno per strada, l’agitazione ha iniziato a serpeggiare.
Poi l’irruzione, venti, venticinque persone «armate» di una carriola con mattoni, elmetti e pale da muratore. Un po’ per denunciare il cemento che, a parere dei No Tem, piove copioso su Gorgonzola «dove si costruisce per incassare e il 25% delle case è invenduto»; un po’ per azzardare, cosa che ha seminato il guazzabuglio, l’erezione di un abbozzo di muro davanti al tavolo della Giunta, simbolo dell’incomunicabilità fra istituzioni e persone. Mentre sul posto si dirigevano i carabinieri, a più di uno sono saltati i nervi.

Volume alto fra un giovane manifestante e un consigliere leghista, ma anche fra il vicesindaco Matteo Pedercini e la consigliera di Insieme per Gorgonzola Ilaria Scaccabarozzi, l’avvocato che esibisce sul balcone del suo studio il lenzuolo «No Tem» («Non mi pare sia un reato»), reazione indignata, da parte dei ragazzi, all’epiteto «drogati» affibbiato da una signora del pubblico. Pacato come sempre il sindaco, «ma ribadisco - ha detto - che non si può interrompere così il Consiglio, non è democratico. È il metodo che non va». Con i No Tem anche due esponenti del presidio Jabil: «Lottiamo per una stessa causa. Il mondo cambia, gli interessi pilotano le scelte, ma la gente è stanca: questi signori devono accorgersene».

monica.auttuno@ilgiorno.net