Cernusco sul Naviglio, 7 aprile 2012 - Caro sindaco ti scrivo, così mi sfogo un po’. Marco Luè, giornalista, cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica e consigliere dell’Ens (Ente nazionale sordi) torna a far sentire la sua voce, con la forza della sua penna, dopo la cessazione (ormai risale a un anno fa) del servizio comunale di interpreti per sordi. A poco è servita la replica dell’assessore cernuschese ai Servizi sociali Rita Zecchini, che sulle pagine del Giorno aveva motivato la cancellazione del servizio spiegando che «la Provincia ne garantisce uno equivalente, e ci è sembrato inutile pagare due volte per la stessa cosa».

Una motivazione che non ha soddisfatto Luè, che in una lettera aperta indirizzata al primo cittadino di Cernusco Eugenio Comincini si è scagliato all’attacco della giunta, rea, secondo lui, di non garantire ai sordi la possibilità di sentirsi parte integrante della comunità. «Mi è arrivato a casa il volantino elettorale di Comincini - spiega nella lettera - che recita nel suo slogan “Meglio questa Cernusco”. In realtà - continua - non mi azzarderei a definire la città di oggi migliore di quella di quaranta o cinquant’anni fa e credo che nemmeno il sindaco, che a quei tempi non era ancora nato, possa fare tali confronti».

Poi continua, spiegando le motivazioni del suo scritto: «Il 23 agosto dell’anno scorso - ricorda - avevo inviato al primo cittadino una lettera (a cui sono desolato non abbia risposto) dove evidenziavo il problema della cessazione del “servizio interpreti” grazie al quale, da oltre vent’anni, i sordi potevano di sentirsi partecipi degli eventi pubblici o privati che li interessavano».

Infine il mirino si sposta sulla Zecchini: «Già in quel caso l’assessore si era rifiutata di discuterne - scrive - e ora che “Il Giorno” ha pubblicato un articolo per dire che è “Il Comune a non sentire”, la mia semplice richiesta viene definita una polemica sterile», manco a dire che «per lei (Rita Zecchini, ndr) è inefficace voler partecipare attivamente, come ho sempre fatto, presenziando a Convegni e tavole rotonde fruendo di interpreti in lingua dei segni».

E anche in questo caso, la risposta della Zecchini non ha convinto il cavaliere cernuschese. L’assessore infatti aveva dichiarato che, se il servizio in Provincia non fosse stato sufficiente, la giunta avrebbe cercato di rispondere alle singole esigenze dei cittadini di tasca sua. Ma nella realtà dei fatti, questo sembra non essere mai accaduto. «Io - conclude Luè - a quasi 71 anni desidero solo continuare a essere coinvolto nella vita sociale del mio paese, magari anche assistendo alle sedute del Consiglio comunale. Ma senza interprete Lis, come posso interpretare l’articolo 3 della costituzione che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale (...) senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche o di condizioni personali e sociali»?

di Gabriele Gabbini