Segrate, 5 gennaio 2012 - Sono tre le rotte che sorvolano Redecesio e che secondo la mappa prodotta dalla Commissione aeroportuale del 6 maggio 2009 catalizzano il 97 per cento dei decolli. Il 22% percorre il radiante 330 diretto a nord-ovest, in direzione di Parigi, il 33% si dirige a nord, puntando verso la Germania, mentre il 42% vira su Roma appena oltrepassata la ferrovia Milano-Venezia. Solo il 3% dei decolli si rivolge direttamente al meridione, attraversando Peschiera, da dove atterrano gli apparecchi.


Una media di 220 movimenti al giorno, secondo i dati Sea, e per dicembre un totale di 6.820 fra arrivi e partenze. «Nessuno pretende risarcimenti, ma semplicemente un ridimensionamento normale per numero di voli, rotte, sorvoli di vecchi velivoli molto rumorosi», chiede il lettore Luca su ilgiorno.it/martesana. «Quando ci siamo venuti a vivere (o ci siamo nati) – aggiunge -, l’aeroporto di Linate esisteva già ed era più sopportabile di oggi, più umano». «In realtà - ribatte Sea -, il numero dei voli è calato del 4,2% rispetto a dicembre 2010 e grazie all’impegno di Sea nella Commissione aeroportuale l’ottimizzazione del “carico” di voli per direttrice di decollo ha portato a una sensibile diminuzione dei valori di rumorosità.

Inoltre il decreto Bersani bis del 2001 ha contingentato il numero dei movimenti a 18 all’ora, dalle 6.35 alle 23, per un totale di 290 movimenti al giorno concessi». Redecesio, 4mila abitanti, ricade interamente nella fascia isofonica A individuata dalla mappa di zonizzazione acustica prodotta dalla Commissione aeroportuale due anni e mezzo fa. In quella zona non sono previste limitazioni per attività e residenze, ma il rumore non deve superare i 65 decibel. «I dati Sea riferiti al 2005-2008 dimostrano che a Redecesio il rumore è sempre stato fra i 65,8 e i 67,3 decibel, con punte anche di 90», spiega Angelo Golin. D’altro canto l’avvocato del comitato Veronica Dini rilancia: «Non esistono atti che documentino l’impegno attivo di Sea per ridurre il rumore». Passeranno anni prima di una sentenza definitiva. Intanto, il lettore Luca trova la sua morale: «Tutti vorremmo vivere in un paradiso incontaminato, ma lavoro, sacrifici e famiglia li abbiamo qui e chiediamo che il nostro territorio torni vivibile come poco tempo fa. Oggi si vuole normalizzare tutto, purché succeda a casa degli altri».