Segrate, 27 ottobre 2011 - Stanchi, scettici, ancora convinti che «la Lucchini Artoni ha agganci importanti, sono anni che fa quel che vuole ed è difficile che la situazione cambi». Sono i residenti segratesi a parlare, che da anni convivono con gli odori e i fumi, talvolta «irrespirabili» dicono, che escono da quella ciminiera in via Tiepolo 16.

 

«Abbiamo passato intere estati a finestre sbarrate per il puzzo e la polvere», il commento di Michele Gino e di sua moglie. Casa loro infatti, si affaccia proprio su quelle ruspe che hanno attirato l’attenzione della polizia provinciale portando al sequestro di un’area dell’azienda per reati ambientali. La prima uscita di polizia provinciale, Arpa e tecnici ambientali di Palazzo Isimbardi ha infatti portato al ritrovamento di diversi cumuli di fresato che, invece di essere stato correttamente smaltito, è stato sepolto.

 

"Loro si sono dimostrati al di sopra di tutte le regole finora - spiega Odillo Rossi, che lavora a pochi passi dal bitumificio -, ampliando la loro sede in barba alle norme e facendo i loro comodi con i rifiuti. Ma anche noi cittadini siamo stati fin troppo superficiali, avremmo potuto e dovuto muoverci prima per fermarli. Pensate - ricorda - che mi tocca stare quasi sempre a finestre serrate. L’anno scorso addirittura mi è capitato più volte di non riuscire nemmeno a curare il mio orticello, perché con tutti quei fumi non riuscivo più a respirare in cortile. Sono dovuto entrare di corsa in casa, ma così non si può andare avanti».

 

E ora, dopo le tante lamentele raccolte dai cittadini e perfino un’interrogazione in Provincia dell’assessore Roberto Biolchini (Udc), qualcosa sembra essersi messo in moto: «Un fatto certamente positivo - incalza Pierluigi Gramigna, anche lui residente a poche centinaia di metri dalla Lucchini -. Ora speriamo che vadano a fondo della questione. Io non sono per la chiusura dell’azienda - chiarisce Gramigna -, ma ci fanno tante storie per l’inquinamento del traffico o i filtri delle auto, quando qui ci troviamo davanti a una situazione che a volte è davvero insopportabile».

 

Intanto, anche ieri sono proseguiti i controlli della polizia provinciale, come conferma la stessa azienda: «Sono venuti a mettere i sigilli all’area sequestrata e a fare delle fotografie, dato che ieri a causa del buio non erano riusciti a fare tutto. Oggi è ancora troppo presto per parlare dato che le analisi del caso devono ancora essere fatte. La Provincia farà le sue - precisano dalla Lucchini Artoni - e noi faremo le nostre, ma qui siamo tranquilli».