Gorgonzola, 23 ottobre 2011 - Per informare, prima di tutto. E per impedire che a Gorgonzola tornino a esibirsi realtà che speculano sulla pelle degli animali. Non è proprio andata giù a cittadini e associazioni animaliste quel circo che, nonostante un decreto comunale che all’articolo 17 vieta «mostre, spettacoli e intrattenimenti con l’utilizzo di animali», si è esibito nella prima settimana dello scorso settembre. Non sono bastati diversi sit-in e proteste di alcuni gruppi di animalisti per fermare lo show, e nemmeno le tante mail che hanno inondato la casella del sindaco, Walter Baldi.

«Oggi torniamo in piazza - racconta Laura Livoti, una delle organizzatrici del presidio che ieri pomeriggio ha “invaso” piazza Italia - non per attaccare il sindaco per la scelta di ignorare un decreto che vincola al rispetto degli animali, ma piuttosto per informare gli abitanti e renderli più consapevoli di ciò che sta succedendo in questa città».

Una cinquantina tra liberi cittadini e associazioni hanno risposto all’appello, mentre tra striscioni e comizi un televisore mostra le tante torture che si nascondono dietro al salto di una tigre in un cerchio di fuoco, o magari dietro a un elefante che si regge in equilibrio su due zampe. Obiettivo degli animalisti, quello di «impedire che questi soprusi si verifichino ancora, spiegando ai cittadini che dietro ai fronzoli e ai colori di un circo si nascondono turture e umiliazioni verso incolpevoli e innocenti animali».

Incuriositi i cittadini, molti dei quali non hanno voluto far mancare il loro sostegno al grido animalista: «Inaudito che sia stato concesso il nullaosta a questa gente - tuona Lorena Viganò, riferendosi allo spettacolo circense di settembre -. Non so come il sindaco abbia potuto dire di sì, soprattutto con un decreto che vieta palesemente spettacoli con animali. Qui non è questione di destra o sinistra ma di giusto o sbagliato. E mettere in mostra animali umiliandoli pubblicamente rientra sicuramente nella seconda categoria». Stesso parere anche per Raffaele Devito, che incalza: «Io sono un professore, parlando con i miei ragazzi ho notato un crescente menefreghismo sul tema “animali”. Ecco perché ho firmato: informare è la chiave per il cambiamento». E la rabbia non risparmia certo Elisa Cezza, responsabile dell’ufficio per la tutela degli animali cittadino: «Mai più un circo in città, o mi dovranno licenziare. Se non mi ascoltano, tanto vale chiudere direttamente questo ufficio».