San Donato, 8 ottobre 2011 - Arrivare a fine mese con un solo stipendio in casa è un problema per tutti, ma se a fare quadrare i conti è una famiglia numerosa le difficoltà si trasformano in un dramma. Con sei figli, di cui quattro a carico e due fuori casa ma che di fatto continuano a gravitare in famiglia, la vita è un perenne equilibrismo. Soprattutto se il capofamiglia è un neo pensionato, il figlio che lavora cerca di risparmiare lo stipendio per mettere su casa e quello sposato ha una bimba di cinque anni che ha bisogno dell’aiuto della nonna. È questa la fotografia della famiglia Alinti di San Donato Milanese: mamma Anna, casalinga, papà Dario, impiegato da poco in pensione e la squadra dei figli con Federico (10 anni), Francesco (14 anni, studente al liceo linguistico), Marianna (17 anni, liceo psicopedagogico), Mattia (21 anni, meccanico) Marco (29 anni, meccanico) e Massimo (32 anni, sposato, camionista).

«Bisogna rinunciare a tutto - racconta la rappresentante locale dell’Associazione Famiglie Numerose, Anna Luciano Alinti, 52 anni e mamma di 6 figli - con un solo stipendio in casa che non supera i 2 mila euro, non ti puoi permettere nulla. Risparmiamo su qualsiasi cosa, dagli abiti al cibo. Certo, non ci manca nulla di tutto quello che è necessario, ma il superfluo non sappiamo nemmeno cosa sia». Sono tanti, forse troppi, i sacrifici che le famiglie con più di tre figli devono fare per sbarcare il lunario. E non si tratta di tagliare le vacanze o i weekend fuori porta, quello è dato per scontato, qui si parla di rinunce quotidiane. «Riesco a mettere in tavola otto persone con 150 euro a settimana - continua la signora Alinti - ma non posso comprare filetto, mi accontento di cucinare la carne meno costosa, come i petti di pollo o il tacchino. Il pesce non sappiamo nemmeno cosa sia, è troppo caro». Mamme multi-tasking, capaci di fare tutto, dal ragioniere per fare quadrare il bilancio domestico al medico per curare raffreddori, malattie infettive e ginocchia sbucciate senza farne un dramma.

«Non è facile, pur tagliando su tutto con un solo stipendio non arriviamo al 27 del mese - ammette la mamma - e dalle istituzioni non abbiamo nessun aiuto. I nostri figli sono una risorsa per la società, ma è un valore che non solo non è riconosciuto da nessuno, ma addirittura veniamo guardati con sospetto dalle altre famiglie». In Italia, sono 983mila quelle numerose, ovvero quelle che hanno almeno tre figli a carico, di cui 185 mila i nuclei con più di quattro figli. «A casa nostra non si segue la moda, gli abiti li facciamo passare da un figlio all’altro man mano che crescono - racconta -: tra noi famiglie numerose ci aiutiamo a vicenda, altrimenti non ce la potremmo fare. Per la scuola abbiamo speso 700 euro di libri, le bollette del gas oscillano dai 150 ai 500 euro nei periodi più freddi e, siccome siamo in tanti, abbiamo dovuto comprare una casa più grande e ogni mese ci ritroviamo a pagare 600 euro di mutuo». Una famiglia numerosa, ma solidale, dove si condividono gioie, dolori e problemi.

«Ci sono stati momenti in cui i miei figli hanno voluto contribuire alle spese impreviste con i loro risparmi - confida Anna -. A fine mese si arriva con l’acqua alla gola, ce la facciamo solo perché stiamo erodendo il tfr di mio marito. I sacrifici sono tanti, ma le famiglie come le nostre sono disposte al sacrificio. Fa male vedere che la gente non ci capisce. Noi non chiediamo la luna, siamo stanchi di sentirci penalizzati, di non avere nessun tipo di agevolazione per fare fronte alle mille difficoltà che incontriamo ogni giorno. Non vogliamo assistenzialismo, ma misure eque come in altri Paesi europei». Il calcolo Isee applicato dai Comuni per calcolare le rette delle mense o del nido sono vantaggiosi fino al terzo figlio, poi il quoziente di sconto è talmente basso da non fare nessuna differenza.