Paullo, 19 settembre 2011 - Ha avuto molto successo la «No Tem Fest», manifestazione promossa dal comitato «NoTemSìMetro» presso la Cascina Nuova di Paullo per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della lotta contro la realizzazione della Tangenziale Esterna, sempre più vista come un problema piuttosto che una soluzione per la viabilità del territorio. I Comuni coinvolti dalla Tem sono 35, per un tracciato che si sviluppa per ben 32 chilometri e ulteriori 38 chilometri di strade accessorie.

Un «grosso biscione», come è stata definita l’opera, che attraverserà due parchi naturali (Molgora e Adda) e il Parco Agricolo del Sud Milano. Un enorme impatto che rischia di devastare una delle aree a vocazione agricola più importanti della Lombardia. Giancarlo Broglia, promotore dell’iniziativa, ha voluto ringraziare i molti esponenti dei diversi Comitati intervenuti per portare il loro contributo al dibattito. «Ci hanno accusati di essere anti-storici – ha dichiarato – ma i veri anti storici sono loro: è una vergogna di questi tempi allocare più di 1.700 milioni di euro per costruire la Tem e nello stesso tempo tagliare i servizi di trasporto pubblico pur aumentandone le tariffe. Così si inducono i pendolari a utilizzare il trasporto privato, con conseguenti ingorghi stradali e inquinamento».

Ce n'è per tutti, anche per chi della Padania ha fatto la sua bandiera come la Lega Nord. «È facile fare dichiarazioni d’effetto sulla difesa del suolo lombardo e poi limitarsi alla superficie del problema. Noi, che amiamo veramente la Lombardia, lo stiamo dimostrando con la strenua difesa della nostra terra». Al tavolo dei relatori anche il rappresentante di Coldiretti Cristian Iosa e la presidente di Confagricoltura Milano Lodi e Monza e Brianza Paola Santeramo, che hanno illustrato l’importanza dell’attività agricola del territorio.

«Siamo sempre meno autosufficienti sulla produzione di alimenti necessari quali latte e grano. Persino il mais, che è sempre cresciuto abbondante, sta cominciando a scarseggiare», hanno dichiarato, esprimendo la loro preoccupazione per una sempre maggiore invasione del territorio coltivato. «Abbiamo aperto tavoli di discussione con Regione Lombardia e proprietari fondiari che rappresentano l’80% del territorio», ha spiegato Iosa, precisando che la battaglia è a 360 gradi e coinvolge anche le aule del tribunale. «Con Legambiente abbiamo presentato numerosi ricorsi ma il Tar Lombardia li ha rigettati in quanto Legambiente non sarebbe fra i soggetti portatori di interessi. Ma non ci fermiamo qui: abbiamo deciso di appellarci al Tribunale dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo».