Cernusco, 12 settembre 2011 - Un giro d'Europa in bicicletta per portare a tutti i popoli messaggi di amicizia e di fratellanza. E per dimostrare a tutto l’Occidente che quello romeno è un popolo «più buono di quanto non sembri all’apparenza». A cimentarsi in questa ambiziosa impresa è Anton Duma, 45 anni, originario di Bacau, piccola cittadina della Romania. Che questa settimana ha deciso di fare tappa a Cernusco per salutare sua sorella Cecilia, impiegata in un bar del centro storico, trascorrendo qualche giorno di riposo a casa sua, prima di rimettersi in sella. 
 

Quella iniziata quest’anno è la seconda parte del gran tour di Anton attraverso il continente. Partito lo scorso 2 luglio da Bucarest, ha attraversato durante l’estate Serbia, Ungheria, Croazia e Slovenia. Ora, attraverso l’Italia, ha deciso di spingersi a nord, per arrivare fino in Scandinavia: 47mila i chilometri percorsi fino ad oggi da questo ambasciatore di pace davvero speciale. «Non voglio essere certamente considerato un patriota - spiega - ma sento l’esigenza di girare per le nazioni europee per dimostrare a tutti che il mio popolo, quello romeno, non è così cattivo come viene spesso dipinto. 
 

Se i politici del mio paese non sentono l’esigenza di farlo, ho pensato, allora ci provo io. Anche se la molla principale che mi ha spinto a partire è stato il desiderio di libertà e di conoscere il mondo. E così sono saltato in sella». «Molti mi reputano un po’ folle. Ma quando racconto di quello che sta facendo credo che un po’ provino invidia», dice con fare scherzoso. Per finanziarsi, Duma si avvale di alcune sponsorizzazioni, come quelle che gli garantiscono una radio del suo paese e un portale di noleggio biciclette di Bucarest. Anche se durante le soste nelle diverse città prova a guadagnare qualche soldo eseguendo piccoli lavoretti. Per dormire utilizza una tenda oppure si affida all’ospitalità di amici o delle persone che conosce viaggiando.

 

 

«All'inizio io e i miei familiari eravamo preoccupati», dice la sorella Cecilia, cernuschese d’adozione. «Quello che faceva ci sembrava pericoloso. Ben presto però abbiamo capito che alla base della sua scelta c’era un grande bisogno di libertà. E così ora siamo felici di sapere che Anton ha finalmente trovato la sua dimensione».
In sella alla sua fida bicicletta, a zonzo per l’Europa. Anche se, terminata l’impresa, Duma ha già in mente la sua prossima avventura: pedalare verso oriente, alla volta del continente asiatico...