Segrate, 7 settembre 2011 - Calmo, secco, perentorio. Antonio Percassi, patron dell’omonimo Gruppo, difende il buon nome della sua azienda, tirata in ballo (indirettamente) da Piero Di Caterina nell’inchiesta sulle presunte tangenti delle aree ex Falck di Sesto. E nel mezzo di quel sistema che sembra allargarsi a macchia d’olio, almeno secondo il grande accusatore di Filippo Penati, all’hinterland.

Di Caterina ha parlato di Michele Molina, l’ingegnere che per un certo periodo è stato consulente del Gruppo Percassi, proprio sul progetto del maxi centro commerciale che sorgerà entro il 2015 sull’ex Dogana di Segrate. «Non so nemmeno che faccia abbia Molina», dice il presidente dell’Atalanta. Di Caterina ha riferito agli inquirenti che il professionista avrebbe avuto «rapporti economici opachi e anomali» con Renato Sarno (consulente Serravalle vicino a Penati) in relazione all’iter del centro commerciale.

Informazioni dunque non dirette ma passate di bocca in bocca e infine riportate nei verbali dei pm di Monza, titolari della nuova tangentopoli che sembra dilagare, Walter Mapelli e Franca Macchia. Ma è tutto da riscontrare. Intanto Percassi non ci sta e prende le distanze dagli attori della vicenda. «Molina? Un collaboratore come tanti altri. Ha un’impresa a sua volta, e come spesso accade nel nostro ambiente, ha lavorato con noi per un periodo. Si è occupato della progettazione dell’Idroscalo Center». Per non parlare di Sarno, «di cui non ho mai avuto il piacere di fare la conoscenza», precisa Percassi.

Il magnate del mattone parla con entusiasmo del suo progetto a Segrate. «Porterà 5mila posti di lavoro sul territorio e la viabilità speciale, cioè le opere di raccordo della Brebemi, che finanziamo direttamente». Costo del giochetto: 85 milioni di euro, a fronte di un affare complessivo che vale un miliardo fra centro commerciale e quello che si porterà dietro. Un polo della moda di alto livello, meglio del lusso, con alcune delle griffe più importanti del «Made in Italy». Cinquecento negozi , una o più multisala - l’ipotesi progettuale è ancora in lavorazione - un albergo a cinque stelle, un centro dedicato alla famiglia e una cosiddetta struttura di edutainment (educazione legata al divertimento).    

Il tutto su una superficie di 280mila metri quadri (lo shopping center sarà di 170mila metri), più 460mila di parcheggi sulla vecchia area daziaria, abbandonata da anni. «La recupereremo con un intervento dalle caratteristiche architettoniche di assoluta qualità ed eccellenza, realizzato con le più avanzate tecnologie di sviluppo sostenibile», precisa Percassi. L’iter urbanistico sotto la lente di ingrandimento della Procura brianzola è cominciato nel 2002 e si è concluso nel 2009 con la firma di un Accordo di Programma che ha coinvolto Regione, Provincia e Comune e altri enti.
«Fra le ricadute - aggiunge l’imprenditore bergamasco - oltre al recupero di un’area dismessa di 600mila metri (che Percassi ha acquistato dal demanio per 110 milioni), vale la pena di ricordare quella occupazionale: 5mila nuovi posti e altrettanti operai al lavoro per la costruzione». I lavori cominceranno nel 2012 e si concluderanno in tempo per Expo.