Pioltello, 15 luglio 2011 - Se la tecnologia corre veloce, il malaffare tiene il passo. Abilissimi nel riprodurre alla perfezione griffe e loghi, determinati nell’aggirare le maglie del fisco e le normative che disciplinano diritti d’autore, i furbetti del marchio ci hanno provato ancora con un «pacco» all’ultima moda. Il digitale terrestre, entrato nelle nostre case alla fine dello scorso anno con lo switch-off delle trasmissioni anologiche, è una ottima fonte di guadagni. Specialmente se non si pagano i diritti d’autore alla società tedesca proprietaria del brevetto per le tivù i con la nuova tecnologica incorporata (in altre parole, senza bisogno del decoder).

Alla dogana di Pioltello ne sanno qualcosa: nei giorni scorsi gli agenti hanno sigillato 1.776 televisori a schermo piatto cui era stato applicato indebitamente il bollino Dvb-t, quello che certifica l’ultima frontiera del pianeta tv. Il maxi carico, del valore di 220 mila euro, era stivato all’interno di un container proveniente via nave dalla Cina. A dispetto delle apparenze, la società dell’hinterland milanese importatrice dei monitori lcd, tutti «made in china» e originali, non aveva corrisposto le royalty per esporre il famoso contrassegno. Risultato: il giudice ha autorizzato il sequestro della merce mentre il legale rappresentante dell’impresa è stato denunciato per usurpazione del diritto di brevetto. Non è certo la prima volta che i funzionari della Sezione Operativa Territoriale di Pioltello, dipendente dall’Ufficio delle Dogane di Milano 2, bloccano l’ingresso nel mercato italiano di beni di ogni tipo. L’ultima operazione, in ordine di tempo, è relativa al sequestro di 1400 pompe per aria senza indicazioni del luogo di provenienza.