Inzago, 30 giugno 2011 - Tredici lavoratori a rischio licenziamento in casa Ma-Vib, ditta inzaghese dove si producono motori elettrici per impianti di condizionamento. Una decisione annunciata, ieri, dopo anni passati dentro e fuori da una cassa integrazione. Ma dei trenta dipendenti in forze alla squadra di via Emanuele Filiberto, solo una parte sembra restare sotto la lente di ingrandimento dei vertici aziendali: «Questa azienda, ormai da anni, mette in cassa prevalentemente le donne - il commento, asciutto, dei sindacati della Fiom -. Oggi (ieri, ndr) ci hanno addirittura dichiarato in sede Api che intendono passare al licenziamento di 13 operai che, guarda caso, sarebbero anche in questo caso rientranti tra le quote rosa».



Più incisiva ancora, la frase (riportata dai sindacalisti) con cui il gruppo dirigente avrebbe motivato la sua decisione: «Licenziamo le donne, così possono stare a casa a curare i bambini e poi, comunque, quello che portano a casa loro è il secondo stipendio». Inevitabile l’ira funesta della Fiom: «Oltre a ribadire il nostro “no” ai licenziamenti si aggiunge l’indignazione per il becero, offensivo e discriminatorio atteggiamento dell’azienda».

 

Risultato: a partire dalle 8 di questa mattina, uno sciopero con presidio di 2 ore davanti ai cancelli della Ma-Vib. Un’azienda che, da par suo, non smentisce l’effettivo periodo di crisi ma nega su tutta la linea la discriminazione verso il gentil sesso: «Stiamo vivendo un momento di calo della produzione», spiegano dagli uffici della ditta di motori per condizionatori che, evidentemente, non risente positivamente del grande caldo di questi giorni. «Ma a parte una necessaria riorganizzazione interna che prescinde dal sesso - la conclusione - non crediamo che nessuno di noi potrebbe mai pronunciare simili parole».